In una notte di luglio del 2015 un forte temporale danneggiò gravemente la banderuola posta sul campanile della Cattedrale di Santa Maria.
Per riparare i danni causati dal fulmine, nei giorni successivi al temporale, venne smontata l’asta, ormai spezzata, che sosteneva l’effigie del Preziosissimo Sangue.
Durante lo smontaggio venne rinvenuto, inaspettatamente, un piccolo gruppo di oggetti, chiusi in un cilindro alla base della banderuola.
Il misterioso ritrovamento ha permesso di conoscere una storia iniziata più di 250 anni fa.
Il 24 Aprile 1749 il marchese Francesco Magni-Griffi, Protettore dell’opera di Santa Maria, aveva posto accuratamente all’interno del cilindro di latta, destinato alla sommità del campanile, medagliette devozionali, reliquie, piccoli ceri benedetti, invocazioni scritte su carta e immagini sacre.
Le reliquie e i piccoli oggetti devozionali erano rimasti nascosti lassù fino alla notte del 12 dicembre 1905, quando, a seguito di un forte vento di tramontana, fu abbattuta la croce del campanile.
Il 7 Marzo 1906, alla presenza del vescovo Giovanni Carli, del Canonico Ferdinando Podestà, e di Luigi Tusini, Presidente della Fabbriceria, fu ricollocata la Croce, insieme alla sfera e al prezioso materiale ritrovato.
Gli anni trascorsero e gli oggetti rimasero lassù, a vegliare sul campanile, passando indenni attraverso il primo conflitto mondiale e arrivando quasi alla fine del secondo, quando però, tra il 19 e il 21 aprile 1945, il pinnacolo del campanile venne abbattuto durante il cannoneggiamento che colpì la città.
Soltanto alcuni anni dopo la fine della guerra - nel 1954 - il parroco di allora, Monsignor Bertonelli, in occasione della Festa di Nostra Signora delle Neve, fece ricollocare lassù, nella posizione originaria, le reliquie e gli oggetti devozionali, che ci sono rimasti custoditi - a protezione del campanile dai fulmini e della Città dalle avversità - per altri sessantasei anni, fino al 2015.
Oggi e fino al prossimo 6 giugno quelle reliquie, quegli oggetti devozionali, quei cartigli plurisecolari testimoni di una fede genuina, dopo essere stati sapientemente restaurati, sono posti in mostra al Museo Diocesano di Sarzana, dove è possibile anche assistere ad un filmato che ricostruisce per immagini la vicenda e descrive le operazioni di restauro.