Si è conclusa con un lungo applauso la prima serata della rassegna culturale “Percorsi”, tenuta a battesimo da un magnetico Paolo Mieli che ha tenuto alta l’attenzione dei numerosi presenti per un’ora e mezza di incontro, cominciato ieri alle 21.30 in Piazza della Pace nel centro storico di Santo Stefano Magra.
Dopo i saluti della sindaca Paola Sisti, che ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione Comunale a non rinunciare a fare cultura anche in questo anno difficile, “Percorsi” è entrato subito nel vivo con un Mieli entusiasta del borgo che lo ha accolto: "Sono emozionato, è un onore essere il primo ospite di questa iniziativa in un posto meraviglioso, con alte potenzialità. Auguro a Santo Stefano un grande successo turistico. Tornerò spesso, anzi, vorrei la cittadinanza onoraria".
Intervistato dal giornalista spezzino Niccolò Re, Mieli, saggista e opinionista italiano stimato per le sue conoscenze soprattutto in materia di storia e politica, ha tenuto fede alla mission del festival tracciando “percorsi” interpretativi a cominciare dalle “parole nella storia”, tema specifico della serata.
Si comincia dal termine “tiranno” che ricorre anche nel suo ultimo libro “Le verità nascoste”. "Quello dei tiranni è un tema ancora attuale nel panorama occidentale. Il vero pericolo di autoritarismo nasce sempre da un clima di disordine, è in questi casi che si affaccia l’idea di un uomo solo al comando. Il passo dall’autoritario al tiranno è breve".
Si prosegue con altre parole “storiche”, nazionalismo, patriottismo. "Il patriottismo è una cosa innata che viene fuori quando meno te lo aspetti, come durante una partita di calcio, è una sensazione di comunità forte. Il nazionalismo invece è una teoria politica dell’Ottocento che si è ripresentata ancor più forte nel Novecento e che sembrava destinata a cedere con l’abbattimento dei confini, ma che invece si è riproposta con forza in Europa e nel mondo anche oggi. Il ritorno all’indietro nasce dallo smarrimento e dal disordine":
L’intervento di Mieli continua appassionato tra parole legate alle guerre di religione, alla figura dello storico ("Il vero storico è colui che alla fine della sua ricerca ha idee diverse da quelle che aveva in partenza") fino a confessioni personali ("Scrivo un diario da tempo, per annotare riflessioni") e a considerazioni storiche di valore attuale: "Conoscere la storia è importante, è un’educazione al presente, perché nella storia torti e ragioni si mescolano. Cercare le ragioni dell’altro dovrebbe essere un esercizio quotidiano, aiuta a vivere meglio".
Durante la serata non poteva mancare un riferimento alla situazione legata all’emergenza sanitaria in corso: "Abbiamo sprecato delle occasioni. Faccio un bilancio molto negativo di questa estate, a livello di tempra morale e tasso di consapevolezza. Non era il caso di andare a ballare, di chiudere le aziende per ferie di un mese. Avremmo dovuto essere più consapevoli. Si produce ricchezza solo con lo sforzo".
Stasera, 28 agosto alle ore 21.30, attesi ospiti di “Percorsi” saranno Pietro Bartolo e Marco Aime, questa volta per parlare di “parole nell’accoglienza”. In caso di maltempo l’incontro si terrà all'Opificio Calibratura dell’Area Vaccari invece che in Piazza della Pace.