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"Un plauso al sindaco per il monumento della Chiappa" In evidenza

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento dello scultore Fabrizio Mismas


"Vorrei divulgare la mia soddisfazione per il convincente restauro del monumento ai Caduti della Chiappa, opera poco ricordata in città sebbene di pregio e sebbene firmata da Carlo Fontana (1865-1956), maestro indiscusso dell’arte italiana del primo Novecento e autore di numerose opere pubbliche, anche di imponenti dimensioni, entro e fuori i confini nazionali. Sarebbe già sufficiente, a questo proposito, citare la Quadriga dell’Unità, collocata sul pronao sinistro del Vittoriano a Roma, gigantesco bronzo che ha richiesto vent’anni, dal 1908 al 1928, di complicato lavoro.

Nella nostra zona, Fontana ha eseguito, oltre al marmo della Chiappa, le due statue di grande impatto visivo concepite per Sarzana: "Il genio della stirpe", anche detto "Il Titano", eretto nel 1914 in piazza Garibaldi e il monumento ai Caduti del 1934, sito in piazza Matteotti. Quest’ultimo presenta, a mio avviso, un autentico colpo d’ala nella “Procellaria”, bronzo svettante sulla sommità del complesso e animato da energia tanto saettante quanto raffinata.

Di Fontana troviamo altri importanti lavori nei cimiteri monumentali di Milano, di Firenze e del Verano a Roma; alla Maddalena, il monumento ai marinai della corazzata Roma del 1948; a Gessopalena (CH), la Fontana d’Italia del 1921. Ancora monumenti ai Caduti scolpiti per Castelspina (AL) nel 1924 e per Tivoli nel 1930. Infine, varia statuaria collocata in Brasile, Cuba, Uruguay, Oslo, Città del Capo, Antille. Personalmente ho sempre ammirato il monumento a Pietro Tacca, sito nel giardino prospicente l’Accademia di Belle Arti di Carrara e risalente al 1901, marmo in cui Fontana pare identificarsi con l’autore dei Quattro Mori di Livorno nell’atto di provare le pose delle figure incatenate. È lo scultore che racconta uno scultore indaffarato a progettar scultura. Marmo che rotea nello spazio con pacatezza e che si rivela con un variegato “taglio” della materia generatore di morbidi chiaroscuri. E tutto questo evoca il quieto ma inappagato lavorio nel silenzio dello studio.

Dell’opera della Chiappa vorrei precisare la data di inaugurazione: domenica 23 giugno 1929. Tale data è stata recentemente travisata da alcuni giornali locali, forse a causa del “1928” inciso in una targa posteriore e indicante, con tutta probabilità, l’anno della decisione del quartiere di innalzare una grande memoria lapidea ai propri Caduti.

Legato a quest’opera conservo un caro ricordo: sono stato allievo, negli anni dell’Accademia, del professor Ezio Nelli che giovanissimo provvide, probabilmente con altri, alla sbozzatura del blocco di marmo, ovviamente sotto la supervisione di Fontana. E Nelli spesso mi parlava con orgoglio di quella lunga lavorazione generando in me ragazzo un legame affettivo con questo imponente manufatto.
Tornando appunto al monumento: un’asta con due coloriti segnali stradali piantata da anni proprio sul fronte della scultura continuava, ancora a restauro concluso, a condizionarne sgradevolmente la visione. Elemento nel tempo notato più dai turisti o dai forestieri che dagli Spezzini per l’incidere del nefasto fenomeno dell’assuefazione.

Voglio pubblicamente elogiare il nostro sindaco che, a distanza di due giorni dalla lettera con cui gli sottoponevo la questione, ha provveduto a far rimuovere l’inquinante visivo. Ora l’ottimo lavoro di ripulitura e di conservazione può dirsi completato".

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