Si chiama Doc l'ultima fatica letteraria di Paolo Asti (Allemandi editore) ovvero Dimamici, Onesti e Concreti: in 93 agili paginette l'assessore al turismo spezzino si racconta in tre capitoli con la consueta ironia e qualche indiscrezione, tutto ciò ben prima di cambiare casacca e partito sposando la Meloni e i suoi fratelli d'Italia. Con un dialogo a più voci, a partire da quelle di Marta, Enrico e Guido, ragazzi spezzini intraprendenti con il loro progetto di scooter elettrici Dovetevè,
Perché dinamici? Chiedono i ragazzi ad Asti
"Non esiste futuro ma un presente mutevole. Come possiamo opporci ai cambiamenti che rapidamente hanno trasformato il nostro quotidiano? La capacità di essere plastici cicoffre forse una via d'uscita. Una sprta di salvacondotto dacoffrire ai giovani per affrontare la vita con lacsperamzacdiv poter dimostrare il loro valore".
Per disquisire di onestà Asti tira in ballo il principe dei cronisti nostrani, ovvero Renzo Raffaelli.
"Perché onesti"? Chiede il collega Raffaelli
Ci chiedono di essere onesti ma poi non sopportano il sapore della verità. L'onestà spesso si coniuga con la verità trovando alloggio negli angoli della coerenza nella vita di ognuno di noi. Onestà non basta, occorre competenza, fiducia nel futuro e nella possibilità che la politica possa ancora esercitare Il proprio primato sulla società come medium di interessi diversi e alle volte contrapposti.
Perché concreti? Chiedono i fratelli Yuan, imprenditori cinesi conosciuti da Asti ad un fashion week di Milano, dove nacque il legame di Asti con il pianeta Cina.
"Per alcuni la concretezza è ciò che spegne i sogni, per me invece è ciò che permette di realizzarli. Un metodo, una sorta di binario parallelo, che evita di fare deragliare le nostre più sane ambizioni o di condirle lungo un binario morto. La concretezza non deve essere un mezzo a cui sacrificare i nostri valori, ma ciò che ci permette di non lasciare i nostri sogni in balìa dell'utopia.