Veleggia oltre le 200 copie "Corsaro coi guantoni", prima fatica letteraria del boxeur spezzino Armando Bellotti scritto a quattro mani con il giornalista riminese Flavio Semprini. "Ho scritto questo libro dopo un periodo molto difficile – racconta lo stesso Bellotti – per segnarne la fine e per reagire: ho scelto di risollevarmi. Ho voluto far capire a tutti che non ero quella persona e che avrei potuto cambiare. Com'è poi avvenuto. Scrivere questo libro è stato il primo passo per rileggere me stesso e per capire da dove e come ripartire".
Nato e cresciuto nel golfo non solo dei poeti ma anche dei pugili (su tutti Visintin, Serti, Bambini e Rodinetti) Bellotti ha vissuto ai mille all'ora tra alte vette e profonde valli: la carriera sul ring, le promesse mancate, i buoni risultati, i successi da allenatore in quel di San Marino, gli inganni e la voglia di farsi giustizia da solo che lo hanno portato in carcere, la forza per ripartire proprio dalla sua città dove ritrova veri amici che lo aiutano a rialzarsi. C'è tutto questo nel volume scritto per l'editore lombardo BookaBook (acquistabile sul sito qui) e dal giornalista riminese Flavio Semprini.
Bellotti, ora tecnico e broker di match di boxe si era trasferito a Rimini negli anni '90 dove combatteva nella scuderia della la Colonia Biagini, campione regionale fra i Dilettanti sia in Liguria che in Emilia-Romagna fino a entrare nella top 10 nel ranking italiano e poi professionista di ottimo livello. L'opera è uno spaccato di vita reale di un pugile. Un testo onesto, a volte crudo e spietato dove Bellotti si racconta senza nascondere niente della sua vita, sconfitte sportive e umane comprese: l'infanzia difficile; il riscatto sul ring; l'ascesa e la caduta; i drammi familiari e sportivi; il carcere. Un carico di storie dure, nella vita di un mancato campione. Nel libro, che ha raggiunto le 212 copie in prevendita e avrà una distribuzione nazionale, sono citati tanti episodi e nomi della boxe spezzina, riminese, italiana e internazionale di quegli anni. Da Serti a Bambini; dagli Stecca a Servidei, a Minchillo, a Perugino, a Bundu fino all'incontro col mito di Armando: Roberto Duran alias mani di pietra.