In questa settimana si sono svolte le celebrazioni per l’anniversario della Repubblica italiana che viene convenzionalmente collocato al 2 Giugno 1946, data del referendum istituzionale (e del voto per l’Assemblea Costituente) che chiamò gli italiani del tempo a scegliere fra la Monarchia e, appunto, la Repubblica.
Giustamente l’occasione è spesso utile per ricordare che, in quella data, il Paese vide per la prima volta le donne al voto: una esperienza che oggi sono in poche a poter ricordare. Io ho il privilegio di avere un’amica che lo ricorda, e molto bene: Iolanda Barontini infatti è nata il 28 ottobre del 1917, vive al Termo di Arcola e, quando ricorda la sua data di nascita, aggiunge regolarmente che il papà, Marino, soldato nella Grande Guerra, proprio il giorno precedente era rimasto ferito durante i primi momenti di quella battaglia che ricordiamo oggi come la disfatta di Caporetto.
Marino, nonostante la lesione addominale, riuscì in qualche modo a ritornare al sicuro dietro le linee, portando sulle robuste spalle un capitano del suo Reggimento molto più malridotto, ferito gravemente: entrambi poi vennero soccorsi e il capitano, racconta Iolanda, ricevendo in seguito in ospedale la visita della regina Elena, spiegò di essere stato salvato da questo suo soldato, e che avrebbe voluto rintracciarlo: ‘’...partì allora un cablogramma, per disposizione della regina: e venne cercato in ogni ospedale militare mio papà, e una volta trovato venne portato in un altro ospedale! Si vede che dove stava non era il massimo, mah...’’ ma questa è un’altra storia, che coincide con la nascita di Iolanda: che ben volentieri risponde alle domande di quella prima volta che si recò alle urne, prima di tante altre votazioni successive...
Che cosa ricordi di quella giornata?
Ero molto emozionata, era la prima volta che le donne potevano votare! Ma poi erano tanti anni che non votava più nessuno, lo sai. Noi eravamo usciti dalla lunga guerra, era tutta una rovina e ci fu una enorme partecipazione al voto. Mi ricordo le code lunghissime
Dove avevi votato, lo ricordi?
Avevamo votato alle scuole del Termo: c’era la strada, l’Aurelia, piena di gente in attesa, le poche macchine dovevano fermarsi, e la gente si doveva spostare per poi rimettersi in coda. Ah, e mi ricordo che si votava anche il giorno dopo, ma forse solo di mattina, comunque tutti cercavano di votare il prima possibile’’... (in effetti il 3 Giugno 1946 i seggi erano aperti al voto).
Dopo il voto ci fu qualche manifestazione, cosa ricordi dei giorni seguenti?
No, non mi ricordo le manifestazioni, se c’erano magari le hanno fatte a Spezia: però mi ricordo bene che poco tempo dopo al cinema ho visto un filmato, deve essere stato il cinegiornale. Si vedeva il re Umberto che se ne andava via, che partiva dall’Italia, e tutto il cinema aveva applaudito.
Ti posso chiedere quale era stata la tua scelta di voto?
E certo! Io ho votato per mandare via la Monarchia. Quindi ho votato per la Repubblica!’
In tutta la nostra chiacchierata si è naturalmente inserita spesso la sorella Iana, di dieci anni più giovane: che ricordava di non aver potuto votare non solo, ovviamente, per il referendum istituzionale, ma anche per le famose votazioni del 18 aprile 1948, poiché i 21 anni li avrebbe compiuti solo a luglio di quell’anno.
Entrambe sono molto lucide nei loro ricordi di un tempo che oggi, a tutti noi, appare così distante e che fa riferimento ad un aspetto che ci appare scontato, come il voto alle donne, ma che ha costituito un momento di grandissima svolta sociale, politica, storica.
In quei due giorni votarono oltre 13 milioni di donne, quasi un milione in più degli elettori maschi; i dati della Liguria videro la netta affermazione della Repubblica con un sonoro 69% delle preferenze, mentre su scala nazionale la percentuale si fermò al 54,3%, in quanto, come risultò dall’analisi del voto, il Paese si spaccò praticamente in due: a partire dal Lazio, verso Sud ogni circoscrizione vide la preferenza all’istituto della Monarchia.
Ho chiesto, a fine incontro, di poter scattare una foto alle due sorelle ma, giustamente, mi hanno detto che non se lo aspettavano... "non ci siamo preparate e non abbiamo i capelli in ordine!...niente, la foto non la fai, stai bravo e non insistere!..." e quindi ne avremmo riparlato in un’altra occasione: Iolanda però mi ha concesso l’uso di due foto di repertorio; la prima la vede nel tempo del voto repubblicano, mentre la seconda risale a qualche annetto fa.
Grazie di cuore per questi ricordi preziosi.