L'emergenza covid non ha fermato la sua passione per la poesia. Parliamo di Luciana Giannini, cittadina di Ponzano Superiore, il paese 'D'ogni delizia pieno' come lo aveva definito in metrica il suo illustre cittadino Cesare Orsini, figura di rilievo della letteratura del Seicento. Ed è proprio all'ombra gradevole della collina che Luciana ha trovato la sua grande ispirazione, quelle sensazioni che appagano l'arte e lo spirito.
Il giusto riconoscimento è arrivato per lei grazie ad un famoso premio letterario: 'La Ginestra' di Firenze, vinto nella sezione inediti. La commissione giudicatrice è rimasta colpita dalla lirica 'Alzheimer' che ha definito nelle motivazioni possedere "una poetica elegante e pluritematica poiché di timbro lirico ed umanissimo, sociale e universale". E ancora: "una lirica nella quale il dolore da personale diviene di tutti, dal momento che ricorda situazioni comuni a molte famiglie, indipendentemente dalle culture".
La notizia del premio vinto da Luciana Giannini era rimasta po' in sordina a causa dell'emergenza sanitaria ma è tornata in primo piano in questi giorni dopo una nuova attività in versi della poetessa ponzanese. L'artista ha ricevuto il riconoscimento della importante rassegna di letteratura ed arti visive nell'auditorium della Fondazione della Cassa di risparmio di Firenze. E con esso si è aperta la strada per la pubblicazione di un libro con le sue liriche che potrebbe aggiungersi ad altri due andati in stampa nei mesi scorsi.
La commissione che l'ha giudicata vincitrice era composta dal presidente Marino Biondi e dai membri Vitaliano Angelini, Lia Bronzi, Silvia Frunzi, Andrea Pericoli e Cristiana Vettori e dalla segretaria Maria Eugenia Miano. Fra i primi a complimentarsi il marito Mauro Pietra. Il premio 'La Ginestra' si va ad aggiungere ad altri riconoscimenti ottenuti negli scorsi anni da Luciana Giannini nei concorsi 'Cesare Orsini', 'Lo Scrittorio' e il 'Cinque Terre Golfo dei poeti'
Alzheimer è una poesia che racconta con espressività la lenta conseguenza del morbo su una persona ammalata verso un mondo nel quale i vivi non possono entrare. Recita esattamente così: Vita che senza avvisare si è dissolta / un sortilegio assurdo ti ha rapita / Stanca, si è consumata la tua mente / che come un guscio vuoto manda l'eco / Sperduta, vaghi in labirinti di ricordi / le tue memorie, il vento di un istante / Angoli scompigliati della mente / confondono brandelli di passato / Occhi spauriti, sussurri senza senso / non riconosci più chi hai partorito / E come bimba spaventata / cerchi fantasmi in bolle di sapone / Ma il tempo di un sorriso / e non ci sei già più... / Una frustata al cuore, un attimo / e nel tuo nuovo mondo noi non possiamo entrare.