"Luis Sepúlveda, scomparso ieri a Oviedo per coronavirus, era un grande amico della Spezia. Per ben due volte aveva scelto la nostra città per l’anteprima mondiale dei suoi libri. Nel settembre del 2002, in occasione dell’uscita del volume “Raccontare, resistere”, scritto con Bruno Arpaia, aveva dato vita ad un appassionato dibattito con Gino Strada, fondare di Emergency, al Teatro Civico, gremito all’inverosimile", così lo scrittore e giornalista Marco Ferrari ricorda lo scrittore e poeta recentemente scomparso Luis Sepulveda.
"Eravamo riusciti a fare entrare 1.500 persone mentre centinaia attendevano in Piazza Mentana di accedere all’interno. Visto il successo conseguito, il 28 settembre dell’anno successivo lo scrittore cileno aveva di nuovo scelto la nostra città per l’anteprima nazionale del libro "Il generale e il giudice" edito da Guanda. A trent'anni dal golpe in Cile, lo scrittore ricostruiva le vicende del colpo di stato di Pinochet, della morte di Salvador Allende e dei successivi avvenimenti che hanno riportato il paese sudamericano alla libertà".
"Sul palco del Teatro Civico, assieme a Sepulveda, erano presenti l’allora sindaco della Spezia Giorgio Pagano e lo scrittore e traduttore Bruno Arpaia. L' incontro, dal titolo "Il Golpe in Cile trent' anni dopo", vide anche in quella occasione una straordinaria partecipazione di persone. Sepúlveda raccontò che il 16 ottobre 1998 si trovava in autostrada in Italia mentre la radio annunciò l’arresto a Londra del dittatore cileno Augusto Pinochet su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzon con l’accusa di genocidio, terrorismo e tortura".
"Lo scrittore cominciò a scrivere per giornali e riviste di vari paesi l’emozione per quell’atto di giustizia. Il libro raccoglie proprio, nella loro sequenza cronologica, nell' occasione del trentennale dal golpe cileno, le fasi successive della vicenda, una “storia dell'infamia” dagli anni del pinochetismo fino alla “democrazia vigilata” nel paese latino-americano. Qui alla Spezia, oltre al sottoscritto, Sepúlveda non mancava di visitare Bruno Arpaia che allora viveva a Bonassola e l’agente letterario Emanuela Minnai sulle colline di Moneglia".
"Adorava cenare a Portovenere e fare una capatina a San Pietro. Era una persona semplice e curiosa con un’umanità contratta ma viva e una grande responsabilità etica. L’ultima volta che è passato da Spezia con un suo amico fotografo argentino si è fermato a salutarmi e mi chiesto di dargli dei contatti a Firenze per un libro che poi non ha visto la luce. Lucio, come lo chiamavano gli amici, lascia un vuoto incolmabile in chi lo ha conosciuto e gli è stato vicino in tutti questi anni di impegno culturale e politico".