Molto qualificata la platea: erano presenti, tra gli altri, due dei sette proponenti la candidatura di Marco Doria alle primarie, Luca Beltrametti e Silvio Ferrari; l'ex presidente di Confindustria e parlamentare Stefano Zara, Enrico Da Molo, Direttore della Società per Cornigliano; Gianluigi Granero, Presidente regionale della Lega delle Cooperative; docenti universitari, esponenti di associazioni culturali e ambientaliste e dirigenti politici di Sel, tra cui il coordinatore regionale Stefano Quaranta, e del Pd. Un affettuoso messaggio è giunto all'autore da don Andrea Gallo.
L'incontro è stato introdotto da Roberto Speciale, Presidente del Centro in Europa, che ha illustrato la tesi di fondo del libro: il "ritorno della polis", intesa come "luogo dello spazio pubblico, della coesione sociale e della progettazione partecipata". Ciò comporta, ha aggiunto Speciale, il "ritorno della politica", che non deve essere "amministrazione e gestione dell'esistente", ma "visione del futuro". Il vicesindaco Stefano Bernini ha convenuto: "Genova è una città che ha ancora un'identità comunitaria", ma oggi ha bisogno, per mantenerla, di "pianificazione strategica" e di "partecipazione" e "democrazia deliberativa". Paolo Perulli, Direttore del Dipartimento di Ricerca Sociale dell'Università del Piemonte Orientale, ha affermato che il grande obbiettivo delle città moderne deve essere quello di "ripartire dalla polis e di portare la sua lezione nel XXI secolo". Circa la "lezione" della partecipazione ha chiarito: "non devono contare solo gli interessi forti, tutti gli attori della città vanno coinvolti nell'arena". La polis, ha aggiunto, "aveva relazioni con il mondo, per Genova era la nave". Oggi le relazioni di Genova devono indirizzarsi verso il Mediterraneo e verso il Nord, inteso come "macroregione di città".
Giorgio Pagano ha parlato di "sconfitta e solitudine dei Sindaci, sempre più comprimari di uno Stato in cui ha vinto la spinta centralistica". La progettualità e la partecipazione, la ricerca di nuove forme di pianificazione e di cittadinanza attiva sono l'antidoto al "pragmatismo senza meta" e all'"ingabbiamento nelle reti dell'establishment urbano". Il "ritorno della polis", ha aggiunto Pagano, è possibile se la politica saprà dotarsi di una strategia partecipata, che metta al centro alcuni obbiettivi chiave: "stop al consumo di territorio e rigenerazione urbana", "stop alla privatizzazione degli spazi pubblici e riconquista della dimensione sociale e ambientale della pianificazione", "stop alla distruzione del welfare e nuovo rapporto tra pubblico e privato sociale". La sinistra, ha concluso Pagano, "deve ricostruire sé stessa in queste sfide". Ora "la sinistra tiene, ma il suo logoramento dentro ai vecchi schemi e ai vecchi contenitori è evidente": la tenuta della sinistra "può essere una trappola mortale se interpretata con autosufficienza" e non come "una straordinaria occasione per costruire una grande forza unitaria, popolare, laburista e ambientalista, con agganci politici e culturali di tipo europeo", che metta insieme "le forze migliori dei partiti e della società civile".