Morì giovane partigiano pochi giorni prima della fine della Liberazione e il suo ricordo è impresso sulla lapide posta da quei giorni in un poggio nella campagna isolata nella collina di Giucano, al confine tra Fosdinovo e Sarzana, dove lui cadde ucciso barbaramente.
Parliamo di Luigi Valentini, nome di battaglia ‘Lucio’, vittima dei nazifascisti il 18 aprile del 1945, la cui memoria è stata celebrata proprio alla vigilia del significativo settantacinquesimo anniversario rastrellamento tedesco del 29 novembre 1944.
L’hanno rievocata altri giovani che vivono in libertà e democrazia, le aspirazioni di ragazzi come quelle cancellate anzitempo a Luigi Valentini: si tratta degli studenti della 4F dell’Agrario Arzelà. Con loro erano presenti il docente Massimo Caleo, esponenti dell’Anpi e degli Invalidi di guerra dell’Anmig rappresentati in particolare da Dini Giovanelli, oltre al sindaco di Fosdinovo Camilla Bianchi.
Tutti armati di ramazze, tagliaerba e altri utensili, hanno rimesso a nuovo il cippo e ripulito la zona circostante infestata da rovi, erbacce e cespugli, prima di posare sul cippo fiori di campo. Un gesto per ridare luce alla lapide e insieme alla memoria di Lucio.
Massimo Caleo e Dini Giovanelli hanno raccontato ai ragazzi le vicende partigiane della Brigata Muccini nelle cui fila militava Luigi Valentini incrociando anche le rispettive storie familiari (il nonno di Caleo e il padre di Giovanelli condivisero infatti la prigionia in Germania).
Luigi Valentini nasce ad Arcola il 5 agosto 1924. Durante la Resistenza aderisce alla Brigata Ugo Muccini. Impegnato negli ultimi giorni di guerra in operazioni di pattugliamento a Giucano, vicino al torrente Calcandola, si scontra con i nazifascisti ma, esaurite le munizioni, viene sopraffatto e muore. Era il 18 aprile 1945. Il 29 novembre 1961 il presidente della Repubblica lo onora con la Medaglia d’argento al valor militare.