Una campagna di sensibilizzazione al delicato tema dell’affidamento familiare rivolta ai cittadini. È l’iniziativa del Comune della Spezia che verrà presentata domattina a palazzo civico dal sindaco Pierluigi Peracchini, dall’assessore ai servizi sociali Giulia Giorgi, dalla dirigente Stefania Branchini e da Concetta Versi, responsabile del progetto e dell’unità operativa “Area minori”.
Obiettivo della campagna è avvicinare la cittadinanza alla conoscenza dell’istituto dell’affidamento familiare attraverso le proiezioni di film di animazione e incontri di approfondimento specifici sul territorio.
Il primo appuntamento “in cartellone” è con “La mia vita da zucchina”, toccante film d’animazione sull'argomento dell'affido, applaudito dalla critica, che verrà proiettato al cinema “Il Nuovo” di via Colombo il 13 e il 20 dicembre alle 18, a ingresso gratuito; sarà un primo momento di conoscenza sul fenomeno dei minori fuori dal contesto familiare, all’interno di comunità educative.
“L’amministrazione ritiene ampiamente meritevole tale campagna – spiega il Comune – perché ‘Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini’ (di Dietrich Bonhoeffer)”.
La campagna di sensibilizzazione proseguirà anche nel corso del 2019, con altre tre proiezioni di “La mia vita da zucchina” (una ogni quattro mesi), degli incontri nella Mediateca Regionale di via Firenze con classi predefinite (ordini, associazioni, ecc.) e altri incontri sul territorio in contesti parrocchiali.
Una campagna quasi a costo zero per le casse comunali, visto che la spesa per i servizi sociosanitari sarà soltanto di 366 euro.
CHE COS’È L’AFFIDAMENTO FAMILIARE
L’affidamento familiare è un intervento temporaneo volto all’aiuto e al sostegno di un minore e della sua famiglia che si trova in una situazione di difficoltà.
Il minore viene accolto da un’altra famiglia in grado di fornire tutte le risposte affettive, educative, di mantenimento e di istruzione che il bambino necessita. Durante l'affidamento rimane il legame fra il minore e la sua famiglia di origine.
L’affidamento familiare è stato istituito dalla Legge Nazionale 184/1983 e modificata in seguito dalla Legge 149/2001 che tutela il diritto del minore a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia e quando questo non è possibile a crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia.
La legge prevede due forme di affidamento familiare:
• affidamento consensuale, cioè l’affidamento che nasce da un consenso dei genitori e che viene disposto con un atto amministrativo dei Servizi Sociali degli Enti titolari o delegati e reso esecutivo dal Giudice Tutelare;
• affidamento giudiziale, cioè l’affidamento che si realizza con un provvedimento del Tribunale per i Minorenni, attuato dai Servizi Sociali degli Enti titolari o delegati, prescindendo dal consenso dei genitori.
Il minore può essere ascoltato dal giudice solo se ha compiuto il dodicesimo anno di età; per età inferiori bisogna valutare le forme di coinvolgimento più opportune.
CARATTERISTICHE
L’affidamento familiare può essere diverso a seconda delle necessità e dei bisogni del minore:
• l’affidamento residenziale prevede l’accoglienza del minore in una famiglia che deve provvedere al suo mantenimento, alla sua educazione ed istruzione, tenendo conto delle indicazioni dei genitori d’origine per i quali non sia stata disposta una limitazione della potestà genitoriale;
• l’affidamento a tempo parziale è una particolare forma di affidamento che può riguardare alcune ore del giorno o della settimana secondo un progetto elaborato a favore del bambino, qualora i genitori naturali non siano in grado di occuparsene a tempo pieno;
• l’affidamento di pronta accoglienza e famiglie professionali riguarda nuclei familiari appositamente preparati per situazioni particolarmente complesse e problematiche.