Quale futuro per il commercio spezzino? A questa domanda ha cercato di rispondere la III° commissione presieduta da Maria Grazia Frijia che ha ospitato l’assessore al commercio Lorenzo Brogi e la Dott.ssa Laura Niggi.
La richiesta per la convocazione di questa commissione giunge dalla commissaria Patrizia Saccone: “Volevo capire se lei era al lavoro per risolvere la criticità che c’è tra i residenti e la necessità di fare un mercatino che aspettiamo da tanti anni – chiede la commissaria Saccone rivolgendosi all’assessore - Ci sono dei tavoli di trattativa? Quali sono gli atavici problemi che ci sono sul piano del commercio?”
“Per quel che riguarda il mercatino del venerdì è attinente al piano aree che abbiamo sottoposto alle associazioni di categorie e stiamo aspettando un loro parere – afferma l’assessore Brogi - Abbiamo individuato il mercatino di qualità spezzino da destinare alla zona di via Chiodo e una serie di proposte di mercati inediti anche sulla richiesta di chi vive le piazze. Le associazioni di categoria sulla grande parte del piano non hanno nulla da dire, si sono riservati di analizzare quello che riguarda il mercato di qualità”.
I primi interventi, da realizzare prima di Natale, riguardano il mercatino del venerdì, ovvero la tracciatura fronte vendita e lato vendita per ritornare alle metrature corrette: “C’è un fronte vendita molto piccolo che crea un corridoio altrettanto piccolo, c’è stato anche un allargamento su piazza Garibaldi che rende il mercatino del venerdì disomogeneo – dichiara l’assessore Lorenzo Brogi – E’ una richiesta delle associazioni di categoria che evidenziano che in molti non rispettano la concessione”
Per quel che riguarda il piano del commercio? “Abbiamo fatto un incontro a novembre con l’assessore regionale. Ci è stato suggerito di far subentrare una convenzione quadro, possiamo farlo grazie al decreto Madia”. Il decreto Madia permetterebbe, tramite un accordo quadro tra Regione, Comune e Soprintendenza, di individuare alcune zone da sottoporre a vincolo e assoggetta le stesse ad autorizzazione e non più a SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). “Ad esempio sotto al Palazzo dei Nobili in piazza Sant’Agostino, tramite questo combinato disposto, si potrà determinare quali tipi di attività possono aprire” ribadisce l’assessore.
La commissaria Patrizia Saccone e la presidente Maria Grazia Frijia però chiedono delucidazioni in merito agli interventi a sostegno del commercio. “Stiamo verificando di poter allocare, tramite forma di sgravio o in forma di finanziamento diretto, aiuti soprattutto verso le nuove attività, risolvendo il problema dei fondi sfitti. Questo percorso porterà all’emanazione di un piano pro commercio, aprendo di fatto ai meccanismi di finanziamento regionale che potranno aiutare vecchie e nuove attività. Avremmo nuovamente il diritto di scegliere come qualificare l’area commerciale. Già con i criteri di arredo abbiamo previsto meccanismi di esenzione per chi occupa il suolo pubblico abbellendo vie e marciapiedi e prorogato l’obbligo di introduzione del vetro per chi aveva fatto un investimento nel passato”.
Interviene la Dott.ssa Laura Niggi: “Prima della Madia non era possibile introdurre il regime dell’autorizzazione. La differenza tra SCIA e autorizzazione è che quest’ultima ci consente di controllare meglio le attività. Dovendo rilasciare l’autorizzazione possiamo fare un controllo preventivo. Per accedere a questa autorizzazione dobbiamo individuare delle aree in accordo con la Soprintendenza”.
“Per quel che riguarda tutte quelle attività storiche che alla Spezia chiudono – chiede la presidente Frijia – C’è una crisi del settore del commercio” ma l’assessore Brogi la interrompe “Alcuni nomi che tu hai fatto probabilmente non chiudono perché sono in crisi ma per altri motivi” e qui la presidente Friia risponde stizzita “Va bene, evidentemente l’operato della giunta va benissimo”.
A questo punto il commissario Luca Erba interviene scherzosamente osservando una situazione che definisce kafkiana: “Ma ci ruba il mestiere presidente”, ma la presidente Frijia prosegue non cogliendo l’ironia del commissario: “Per quel che riguarda la crisi del commercio, come la tenete in considerazione?”. “Alcuni dei negozi che lei ha citato probabilmente non chiudono per fattori di crisi, ma semmai per tot motivi che sono personali. Alcuni soffrono di una crisi che non può essere arginata nè da qualsiasi assessore di questa giunta nè dalle precedenti. Le attività e le imprese stanno in piedi sulla base di un principio economico, domanda e offerta. Noi possiamo aiutare chi vuole aprire nuove attività, su quelle vecchie possiamo ragionare su sgravi, ma non possiamo salvare un negozio sull’orlo del fallimento”.
“Mi sembrava lecita l’obiezione della presidente – sostiene il commissario Massimo Caratozzolo – Ci sono indubbiamente delle problematiche, poi ne parlerete in maggioranza ci mancherebbe”. Come si suol dire in questi casi “Questa arriva dopo”, già perché il commissario Massimo Caratozzolo fa parte (almeno formalmente) della maggioranza. Si tratta quindi di un lapsus o di un messaggio subliminale? Ai lettori l'ardua sentenza. Viste le continue divergenze di opinioni e scontri tra il gruppo “Per la nostra città” (Giulio Guerri e Massimo Caratozzolo) e il resto della maggioranza il dubbio è più che lecito (come avvenuto in un recente scontro in consiglio comunale) “Riusciamo a far si che tutti possano svolgere il loro mestiere ma tutti messi sullo stesso piano? – prosegue il commissario Caratozzolo - al momento così non è”.
“Zone come ad esempio il quartiere Umbertino ricadranno dentro la zona d’interesse dei beni culturali” risponde l’assessore. “Da questa chiaccherata mi sembra che il piano del commercio sia una serie di restrizioni, quindi maggiori vincoli per i commercianti – ribadisce la commissaria Saccone – Un piano che sicuramente punta al decoro ma che viene scaricato completamente sui commercianti. Attendo fiduciosa quello che lei svelerà più avanti che va a sostegno del commercio, perché non l’ho ancora capito".
“Quelli si chiamano patti d’area – risponde l’assessore Brogi – che saranno all’interno del piano del commercio e sono accordi con le associazioni e commercianti. Non li svelo perché io ho delle idee ma magari verranno altre proposte dalle associazioni”.
“Questi patti d’area riguardano singole zone o c’è una visione generale della città? – chiede il commissario Massimo Lombardi – Come potrebbe essere fatta una vera analisi e non soggettiva? Non si può fare uno studio per valutare per quale ragione c’è questa situazione alla Spezia mentre in altre città c'è la capacità di salvaguardare negozi storici?”.
“La convenzione è praticamente un grande patto d’area. Oltre all’inserimento di singoli patti d’area che faremo sul territorio essa sarà collegata anche ai finanziamenti regionali. E' ovvio che se chiude un negozio storico, ma anche un’attività aperta da due anni, si soffre perché vuol dire che qualcuno che ha investito dei soldi ha fallito, umanamente parlando. Ma non è che tutti chiudono perché c’è solo crisi, ci sono anche fattori personali e fattori di crisi economica. Oggi, ad esempio, le licenze non si trasferiscono più, prima la continuità d’impresa si faceva anche attraverso l'acquisto delle licenze. E’ mancato qualcosa alla storia del mondo del commercio, come la vendita della licenza".