Quello di simulare un contatto con un’altra macchina in transito e poi tentare di estorcere un po’ di denaro a titolo di risarcimento per il danneggiamento dello specchietto retrovisore è una modalità ormai ben nota di truffa ma non per questo meno insidiosa. La cosiddetta “truffa dello specchietto” ha infatti modalità ben collaudate nella sua semplicità: il truffatore, a bordo della propria auto, o nelll’incrociare oppure, più sovente, nel farsi superare dal veicolo del malcapitato di turno, simula di essere stato urtato ed insegue la vittima designata fino a costringerla a fermarsi, lamentando poi che il presunto contatto avrebbe causato la rottura del proprio specchietto laterale e mostrando i danni (in realtà uno specchietto già rotto, mentre quello buono è spesso custodito nel bagagliaio), proponendo poi di farsi risarcire il danno in contanti al momento, a volte con le buone, suggerendo di evitare di denunciare il danno all’assicurazione per evitare rincari, oppure con modi più bruschi, soprattutto in caso di persone anziane.
È quello che ha tentato ieri F.D.G., un nomade sinti di origine siciliana ai danni di un pensionato, che tuttavia non si è lasciato ingannare e, allontanatosi, ha contattato i Carabinieri della locale Stazione. I militari, dopo una breve indagine, sono riusciti ad individuare il reo, già noto alle forze dell’ordine per una serie di precedenti simili.
Il consiglio, in questi casi, è quello di non scendere dal proprio veicolo, contattando subito il 112 per spiegare l’accaduto, evitando di cedere al ricatto ed annotando mentalmente tutti i particolari quali modello, colore e targa dell’auto, così da aiutare, come è successo in questo caso, la tempestiva identificazione del responsabile della truffa.