Il 18 e il 19 luglio sono stati due giorni di controlli dedicati all’ispezione dei fondali ad opera del 5° Nucleo della Guardia Costiera di Genova.
Il 18 luglio, gli operatori subacquei del 5° Nucleo, sotto il coordinamento della Capitaneria di porto della Spezia e con il supporto dell’Ufficio Locale marittimo di Porto Venere, hanno recuperato una rete da pesca del tipo “da posta“, lunga oltre 100 metri, abbandonata sul fondale marino tra l’Isola del Tino e lo scoglio del Tinetto all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Venere.
La presenza della rete era stata segnalata alla Guardia costiera nei giorni scorsi da un sub locale.
Queste reti cosiddette “fantasma” possono restare sul fondale o galleggiare a mezz’acqua per anni interferendo con la biodiversità del fondale marino, danneggiandone l’ecosistema e rappresentando inoltre un rischio per la navigazione.
Il fondale, caratterizzato dalla presenza di gorgonie rosse “Paramuricea clavata” facente parte dell’ordine degli alcionacei, ha reso più complicate le operazioni di recupero, infatti, gli operatori subacquei hanno eseguito con precisione certosina la rimozione facendo attenzione a non danneggiare il fondale.
L’operazione si è conclusa con pieno successo, anche se le reti abbandonate sul fondo negli anni hanno continuato l’azione di pesca nuocendo gravemente alla fauna marina.
La rete oggetto del recupero è stata trasportata con l’ausilio del battello della Guardia Costiera della Spezia “GC A69” presso il porticciolo di Porto Venere, per il successivo smaltimento eseguito in collaborazione con il locale Comune – ente gestore dell’area di tutela marina del parco naturale regionale.
Il 19 luglio gli operatori subacquei del 5° Nucleo della Guardia Costiera di Genova sotto il coordinamento della Capitaneria di porto della Spezia e con il supporto dell’Ufficio Locale marittimo di Levanto, hanno invece ispezionato, con esito positivo, i fondali dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre verificando delle condotte sotto marine e delle catenarie presenti.