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Quale futuro per la Palmaria? A Porto Venere si parla del masterplan In evidenza

di Dayla Villani - Patrimonio culturale, naturale e paesaggistico sono i temi dibattuti durante i 3 tavoli per il progetto di valorizzazione dell’isola. Tra i vincoli, l’intesa con la Marina Militare.


A Porto Venere presso la sede del Comune una mattinata dedicata alla FASE 2 del Programma di valorizzazione dell’Isola della Palmaria. La giornata, alla quale hanno partecipato l’Amministrazione di Porto Venere, i rappresentanti del Tavolo Tecnico e lo staff dell’advisor tecnico, gli studenti del liceo artistico “Vincenzo Cardarelli” della Spezia ha avuto come obiettivo l’elaborazione di scenari possibili che possano rappresentare proposte concrete.

“L’importante è capire a che punto siamo nel processo di evoluzione - ha sottolineato l’Architetto Kipar – ed intercettare le possibilità di sviluppo per poter passare alla vera fase di progettazione. Non possiamo permetterci che rimanga tutto così, di poter perdere la nostra biodiversità. E’ fondamentale tenere aperto questo dibattito per dare uno sviluppo generazionale e diventare coltivatori della nostra isola”.

Tre i tavoli di lavoro: turismo sostenibile; patrimonio storico-culturale (UNESCO); Ambiente-Conservazione, agricoltura.
All’interno del primo tavolo, particolare attenzione è stata data alla valorizzazione della turismo escursionistico, al miglioramento della qualità dell’offerta e all’accessibilità. Inoltre, è stato sottolineato come la tutela dell’attività agricola, dell’ambiente e biodiversità può e deve esser una ricchezza per il turismo lento che valorizza diversi aspetti e necessita di regolamentazione e infrastrutturazione. Una delle possibilità proposte dagli studenti del liceo artistico è stata quella di incentivare gli sport in acqua come vela, diving, sea watching, insieme ad un itinerario escursionistico che ripercorra la valenza storica. Anche la cava di Portoro può essere un elemento da valorizzare. Si valuterà anche la possibilità di poter inserire una sede di formazione per consentire una maggiore conoscenza degli elementi peculiari dell'isola soprattutto al turista che affronta il territorio per la prima volta.
“Una rete che va portata avanti – ha spiegato Angela Rollando - non solo dentro l’isola ma anche al di fuori, per questo sono importanti altri aspetti come il miglioramento dei servizi dei battelli e i piccoli investitori privati locali, anziché grandi industriali da fuori”.

Nel tavolo di lavoro “patrimonio storico-culturale, UNESCO”, si è focalizzata l’attenzione sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio dal punto di vista architettonico - paesaggistico - culturale e sulle problematiche gestionali esistenti. In particolare, sono emersi la necessità di tutelare la storia dell'isola e dei suoi valori ambientali sotto il profilo botanico, naturale, marino. “Il patrimonio è un insieme di cose che si esplicita in un patrimonio culturale e naturale – ha sottolineato il rappresentante dell’Unesco presente al tavolo - e la prospettiva Unesco è olistica e omnicomprensiva. Tra l'altro alla Palmaria abbiamo la fortuna di vedere questi aspetti del patrimonio. L’isola e in generale il sito delle 5 terre sono un esempio di “paesaggio del valore” che fa si che quest’area sia stata inserita nella lista di patrimonio dell'umanità'”.

Nel tavolo di lavoro “Ambiente, conservazione e agricoltura”, composto da proprietari di imprese agricola sull’isola e agricoltori – si è data particolare attenzione alla tutela della biodiversità, alla sua valorizzazione, al superamento dei problemi gestionali e infrastrutturali delle aziende agricole.
“Il nostro lavoro - ha spiegato Gianfranco Bianchi - è partito dalla considerazione che bisogna contare sulle proprie risorse come sistema agricolo, poiché il sistema pubblico non ha soldi. Dal sistema pubblico però ci aspettiamo supporto per il nostro lavoro e non ostacoli burocratici per permetterci di creare condizioni normative per rimanere sull’isola a coltivare, rispettando anche la nostra storia. Nel 2002 abbiamo costruito la prima azienda agricola sull'isola; nel 2004 abbiamo formato l’associazione agricola Palmaria; nel 2007 eravamo 8 aziende agricole e man mano abbiamo costruito un piano di sviluppo industriale però bloccato nel 2009. Ecco, l’obiettivo sarebbe riprendere quel piano, attualizzarlo con un progetto di adeguamento urbanistico che ne permetta di lo sviluppo agricolo, oltre ad infrastrutture e accessi. Per questo è fondamentale lavorare su 3 livelli: quello locale; quello territoriale e regionale che hanno interesse più diffuso; e quello internazionale”.

Infine, il discorso sul protocollo con la Marina Militare affrontato da Franco Talevi, ex sindaco di Porto Venere, quello che fu firmato tra il Comune e la Marina Militare: “Un accordo penalizzante che dovrà essere cambiato e che pone solo vincoli. Per es. il Terrizzo, rimane nelle mani della Marina quando dovrebbe essere il primo bene a tornare pubblico”.

 

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