A distanza di tre giorni dal 9 maggio, giornata che la Repubblica dedica alla “Memoria per le vittime del terrorismo interno ed internazionale e delle stragi di tale matrice”, sabato 12 maggio gli studenti delle classi III C, IV C e V C del Liceo Classico Lorenzo Costa della Spezia, introdotti e guidati dal Professor Paolo Galantini, hanno incontrato, nella Biblioteca d’Istituto, i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nelle persone del Col. Gianluca Valerio e del Col. Massimo Benassi; l’ex Prefetto della Provincia della Spezia Mauro Lubatti e il referente provinciale di Libera Marco Antonelli.
Tema fondante dell’incontro è stato l’operato del Generale e Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa nei difficili anni del terrorismo politico, che egli sconfisse e delle guerre di mafia che insanguinarono il Meridione e non solo.
Un racconto poliedrico esposto dai diversi relatori secondo i suoi molteplici aspetti perché i grandi uomini devono essere scoperti e studiati nella loro interezza personale e nell’interezza del loro contesto storico.
Indispensabile è stata a questo proposito, dopo il saluto e l’introduzione storica del Professor Galantini organizzatore dell’evento, la lezione sul fenomeno mafioso tenuta dall’Antonelli che ne ha ripercorso le fasi e le tappe fondamentali in relazione alla storia d’Italia.
Il Col. Valerio, commosso nel poter ricordare, per la prima volta pubblicamente dopo 33 anni, nella veste di ufficiale dell’Arma, il Generale e Prefetto, ha efficacemente tratteggiato la personalità di Carlo Alberto Dalla Chiesa come capace uomo di comando e come figura estremamente carismatica ed esemplare per i suoi uomini.
Un ritratto, questo che non ha mancato di tracciare la rete di rapporti del Generale con i più importanti esponenti dell’Antimafia nonché di sottolineare i valori umani, civili, militari e famigliari che furono alla base del suo agire in tutti i campi della vita non ultimo, in senso lato, l’Amore sul quale il Comandante provinciale dell’Arma ha richiamato l’attenzione anche in relazione a quanto affermato dalla Senatrice Liliana Segre durante la premiazione del premio Exodus a lei conferito.
Un amore, aggiungiamo noi, capace di spingere l’uomo verso il servizio del prossimo e tutto racchiuso nella domanda che il Colonnello si pose nel colloquio con il Padre dopo l’attentato che provocò la morte di Dalla Chiesa:”Cosa posso fare?”, la scelta dell’Arma fu la risposta.
Il Col. Benassi, ex studente del Liceo, dopo aver fatto riferimento alla sua gioventù segnata dai tragici eventi legati alla stagione del terrorismo e delle guerre di mafia e di come questi abbiano influito sulla sua vocazione professionale e civile, ha sottolineato quanto maggiori siano oggi i mezzi di lotta al crimine organizzato dal punto di vista economico finanziario, indispensabili per togliere alle organizzazioni mafiose il mezzo primo di attuazione dei loro criminosi affari.
Il Colonnello della Guardia di Finanza ha passato in rassegna con i ragazzi i passi fondanti della normativa in tal senso e spiegato le dinamiche di azioni giudiziarie quali quelle del sequestro e della confisca dei beni.
E’ quindi intervenuto l’ex Prefetto Mauro Lubatti che ha voluto iniziare il proprio intervento ricordando l’importanza della Giornata del 9 maggio e sottolineando il valore storico e civile odierno della Memoria e dello studio di eventi come quello del sequestro Moro, delle stragi e dei crimini mafiosi.
Il Prefetto ha poi tracciato il quadro normativo precedente a quello attuale e le sue implicazioni storicizzando i motivi che spinsero a dar vita a significative variazioni.
Importanti sono stati in tutti gli interventi i richiami alla figura di Emanuela Setti Carraro che, seconda moglie del Generale ne condivise la tragica sorte alle ore 21:15 di quel tragico 3 settembre 1982; come, più in generale a tutte le mogli e compagne di vita di coloro che si sacrificarono per sconfiggere mali atroci del Paese quali il terrorismo e la mafia.
La conferenza è stata conclusa dal Professor Paolo Galantini che ha sottolineato come le morti dei grandi uomini citati durante la mattinata e quelle del Prefetto Generale dalla Chiesa e di sua moglie in particolare e di tutti gli Uomini e le Donne del Servizio scorta periti nell’adempimento del Dovere non saranno state vane se essi continueranno a vivere nella Memoria collettiva della Nazione Italiana animandone la passione civile con particolare riferimento alle giovani generazioni, che sono obiettivo privilegiato, quindi, di manifestazioni come queste.
Questo, perciò, secondo il Professore, il senso da dare alla mattinata che i ragazzi ricorderanno come pietra miliare della loro formazione umana e civile.