Lo conosceva da anni, ma solo negli ultimi tre mesi era nata la relazione sentimentale, sfociat in una convivenza, che ha mostrato alla donna il vero carattere dell'uomo. Tre mesi di litigi e di episodi violenti che hanno portato, ieri mattina intorno alle 8:30, il personale della Squadra Mobile a dare esecuzione all' ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di D.B., spezzino del 1974, già noto alle Forze dell'Ordine per precedenti, in particolare nell'ambiente degli Ultras. L'uomo era all'interno della propria abitazione quando la Polizia di Stato lo ha raggiunto per portarlo in carcere.
Le indagini hanno permesso di appurare che dalla fine di febbraio fino al 23 aprile scorso si sono verificati una serie di fatti che non rendevano più sicura la vita della donna e che hanno fatto decidere il Tribunale della Spezia ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 44enne: i reati a lui contestati vanno dalle minacce reiterate alle lesioni nei confronti della ex convivente.
Un rapporto breve, della durata di circa 3 mesi, caratterizzato però da una lunga serie di comportamenti particolarmente pericolosi e violenti. Uno degli episodi salienti risale al 14 aprile quando l'uomo aveva avuto una lite con la ex compagna che poteva finire in tragedia, visto il grosso vaso di cemento armato tirato sulla macchina della donna, che avrebbe potuto addirittura finirle addosso. La colpa della donna era la sua scelta di non rientrare all'interno dell'abitazione. Non contento di averle sfondato il tetto e il vetro della macchina, la serata si era conclusa con dei pugni, che avevano causato alla donna lesioni per le quali aveva avuto una prognosi di 10 giorni per trauma cranico minore con echimosi della regione orbitaria sinistra e un trauma distrattivo della spalla destra.
La ragazza, dopo questo gravissimo fatto, aveva deciso di sporgere denuncia, alla quale l'uomo aveva reagito con ripetute minacce telefoniche chiamando con un numero sconosciuto e dicendole di non andare a cercare testimoni tra i vicini di casa perché nessuno avrebbe testimoniato per lei e di stare "molto attenta ad andare in giro", quindi lasciando presagire ulteriori ritorsioni.
Sussistendo dunque gravi indizi di colpevolezza e a seguito della querela sporta dalla parte lesa è stata condotta l'attività di indagine che ha portato alla redazione della notizia di reato trasmessa alla magistratura competente che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.