Il Comitato "Difesa Cernaia", da anni impegnato a favore di un restauro della scalinata che sia rispettoso della storicità, sia architettonica che arborea, del sito, viene convocato via e-mail, ad un incontro “urgente” in cui verrà presentata la "nuova alberatura" per la Cernaia, "decisa" nel corso di un "tavolo del verde" del quale il Comitato è stato tenuto all'oscuro e al quale l'Amministrazione non ha neppure pensato di invitarlo!!!
Chiusa insomma l'epoca della partecipazione, reale o formale che fosse, cui segue senza tanti complimenti la pratica verticistica della "presentazione" di decisioni prese sulla testa dei residenti, in barba a ogni precedente riconoscimento del Comitato come inaggirabile interlocutore. Tale nuovo corso risulta ancora più indegno, perché pare voler cogliere l'evento luttuoso della scomparsa di uno dei più impegnati componenti del Comitato, l'ing. Bracco, per esautorare una realtà invece ancora, e a maggior ragione, ancor più attiva. Il cinismo della politica non smette mai di dare le prove "migliori"!
Le sophorae, difese strenuamente dal Comitato a partire dalle prime prese di posizione dell'estate 2010 (che hanno via via goduto dell'appoggio da più parti della cittadinanza, del mondo associativo e politico) non erano mai state messe in discussione come essenza, neppure dalla precedente amministrazione, sulla scorta anche delle prescrizioni della Sovrintendenza, che, nel rispetto del vincolo storico del sito, dettava, nello specifico dell'assetto arboreo, il mantenimento del doppio filare e dell'essenza che da oltre cento anni decora e sostiene il luogo, contribuendo in modo sostanziale alla sua facies: la sophora japonica. L'impegno era insomma a mantenere in situ le piante salvabili, e il prof. Sani aveva avvisato che i lavori ai sottiservizi dovevano essere svolti in modo rispettoso delle radici...
Nonostante innumerevoli documenti ed accordi, promesse e dichiarazioni d'intenzioni, così dalla precedente amministrazione come dalla attuale (che in epoca pre-elettorale aveva sostenuto di volersi impegnare contro la "fitofobia" della giunta uscente), i lavori intrapresi nella parte alta della scalinata mostrano invece chiaramente l'incapacità di tecnici e politici a concepire progetti rispettosi della storicità dei luoghi, firmando un ulteriore capitolo (a prescindere dal colore politico) di un dissennato e incolto progetto di trasformazione della Spezia da città della modernità, città delle avanguardie culturali del Novecento, a mediocre città del kitch e dell'omologazione.
Inutile, dopo l'increscioso taglio dell’albero centenario (che neppure Federici aveva osato far toccare), vantarsi di aver salvato un (solo!) esemplare di sophora nella parte alta della scalinata, quando adesso si è deciso finalmente di far piazza pulita di ogni accordo e promessa, per realizzare "finalmente" quel che i tecnici volevano fin dal 2010: una scalinata completamente rifatta, con alberi completamente nuovi. Sarebbe come se, ereditando un maniero, si decidesse di raderlo alla suolo per costruire una linda villetta.
Resterà qualcosa di storico in questa città?
Comitato Difesa Cernaia
Irene Giacché. Mauro Maraschin, Paola Polito, Roberto Venturini