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Lerici, Legambiente: "L'ex Tiresia in balia del degrado" In evidenza

di Doris Fresco- Cortelezzi: “Perché non rendere pubblico almeno l’accesso al Parco?”

Uno di quei luoghi che, ciclicamente torna al centro del dibattito come esempio di spreco, di luogo dalle possibilità inespresse e che “potrebbe essere, ma non è”: il Centro Tiresia.
Attualmente di proprietà INPS, il Centro nasce dalla ristrutturazione della vecchia sede dell’USEA, società del gruppo Finmeccanica per lo studio e la progettazione di impianti di acustica subacquea. Con una spesa di più di 2,5 milioni di euro agli inizi del 2000 venne creato, dalla Provincia della Spezia, il Polo di Eccellenza Tiresia; polo dotato di aule di studio, aule multimediali, sale conferenza, sala mensa con cucina interna e una quindicina di alloggi foresteria per docenti, studenti e corsisti. La struttura è inserita in un ampio parco, di più di un ettaro, attrezzato con vialetti, panchine e illuminazione notturna. Un’ampia area circolare a selciato completa il disegno del parco sito in località Bellavista di Lerici.
Sulla possibilità di un nuovo futuro per il Tiresia abbiamo parlato con Giovanni Cortelezzi, presidente del Circolo Legambiente di Lerici.

L’istituto Tiresia è tornato al centro della cronaca nei giorni scorsi a causa di un atto vandalico (qui). Voi di Legambiente però volete invitare a guardare il problema nel suo insieme: ci spieghi meglio.
Da diversi anni il Centro di Eccellenza è chiuso ed incustodito, lasciato ad un costante degrado: da qualche tempo la struttura è oggetto di atti di vandalismo sia all’esterno che all’interno della struttura con gravi danni alle cose. Noi crediamo che la denuncia presentata ai carabinieri serva come sprone per guardare il problema da una prospettiva diversa e più realistica: crediamo che non siano i graffiti o gli atti vandalici la causa del degrado, ma la conseguenza del grave stato di abbandono. Se almeno il parco intorno fosse fruibile, la cittadinanza potrebbe viverlo, evitando così che diventi luogo di vandalismi.  

Nel 2014, insieme ad Italia Nostra avete provato a spronare il dibattito domandando all’amministrazione di allora che idee ci fossero per restituire quel bene ai cittadini (qui). Cosa è cambiato da allora?
Dunque, come circolo Legambiente Lerici, appunto insieme ad Italia Nostra, abbiamo inserito il Centro Tiresia in una denuncia più ampia sul problema del degrado, abbandono e incuria del patrimonio pubblico locale. Azioni di denuncia, ma anche propositive. Considerando che la manutenzione del territorio sta acquistando sempre di più carattere strutturale, così come la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico, nel febbraio del 2014, con una lettera pubblica si suggeriva alle amministrazioni locali di farsi promotrici, presso la Regione Liguria, per l’istituzione di una scuola di formazione e riqualificazione professionale in conservazione e manutenzione delle opere e del territorio. Fu illustrata e approfondita in incontri con gli assessori competenti sia di Lerici che di Spezia la proposta di istituire una scuola capace di partecipare alla comunità scientifica nazionale e internazionale sul dissesto idrogeologico, prevenzione e protezione degli eventi calamitosi, conservazione e tutela dei beni architettonici e paesaggistici, recupero e rimessa a sistema di terreni incolti e abbandonati. Nel frattempo a questa attuale amministrazione abbiamo suggerito, già più di un anno fa, di valutare la possibilità di rendere pubblico l’accesso al parco del Centro Tiresia, possibilità questa benvista anche dall’INPS; con l’intenzione di mettere a disposizione della comunità lericina e non solo, un luogo pubblico di grande gradevolezza e interesse paesaggistico creando al contempo una linea di comunicazione con le frazioni collinari di Pugliola, Solaro, La Serra.

Secondo voi come si potrebbe usare quella struttura?
Pensiamo che ci siano concrete possibilità per creare una nuova destinazione cittadina capace di ridare vita economica e dignità sociale riqualificando percorsi dell’immediato entroterra cittadino.
Tutto questo rimane nella capacità politica e amministrativa del nostro Comune che deve essere all’altezza, con capacità, cultura e competenza, di cogliere occasioni per progetti di ampie vedute.

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