"Il porto della Spezia, considerata l'invasiva vicinanza alla città ed il forte danno ambientale, è stato dotato di un retro porto onde evitare al massimo l’impatto ambientale e per smistarvi velocemente in uscita i containers sbarcati dalle navi evitando al massimo lo stoccaggio in banchina.
Nell’ultimo anno sta accadendo esattamente il contrario ovvero il retro porto non viene praticamente usato e lo stoccaggio sulle banchine portuale sia la scelta preferita.
E questo nonostante che in questo modo i containers siano a pochi metri dalla città e dai quartieri adiacenti al porto commerciale e vanificando di fatto gli investimenti effettuati sul retro porto che doveva diventare uno dei polmoni funzionanti per evitare il conflitto PORTO-CITTA’.
E’ inevitabile che ci si domandi perché questo accada e perché l’Autorità Portuale non intervenga per evitare disfunzioni fondamentali sul ciclo del lavoro portuale basato sulla capacità di rendere estremamente veloce l’entrata e l’uscita dei mezzi a pochi passi dalle residenze dei cittadini inermi.
A questo punto sorge un sospetto:sarà mica che qualcuno spinge per riempire il più possibile le banchine portuali anche con i containers,anche quelli che dovrebbero andare a Santo Stefano,per fare pressioni affinchè venga dato il permesso di fare degli ampliamenti delle banchine in misura superiore a quella consentita dal Piano Regolatore Portuale come contenuto nel piano triennale delle opere?
Appare che ormai, più di un sospetto, sia una realtà alla faccia della sostenibilità ambientale e della salvaguardia della salute dei cittadini".
PER LA V.A.S. ONLUS
FRANCO ARBASETTI
PER IL COORDINAMENTO DEI QUARTIERI DEL LEVANTE
RITA CASAGRANDE