Non siamo chiamati a giudicare le nuove mode che di anno in anno fanno inorridire le generazioni precedenti. Per tutti quelli che "hai l'acqua in casa?" tranquilli, qui non si vuole difendere la tendenza della caviglia scoperta.
Lunedì i ragazzi dei licei spezzini hanno manifestato per le vie della città per rivendicare il diritto a poter seguire le lezioni senza rischiare una broncopolmonite. Abbiamo assistito ad una manifestazione tranquilla, senza incidenti di percorso, nonostante il terrore che qualche scapestrato decidesse di sradicare uno dei "meravigliosi" archetti di Buren come ricordo della bella giornata. Il corteo ha sfilato fino al palazzo della provincia dove i rappresentanti dei licei hanno incontrato il sindaco Massimo Federici. La discussione si è svolta in un clima disteso, con i diversi rappresentanti che hanno esposto alcune idee al primo cittadino: alcune interessanti e quasi "futuristiche" come quella dell'utilizzo di materiali riciclati, altre più pragmatiche ed attuali come quella di utilizzare gli studenti stessi per rimettere a posto le proprie scuole. Alla fine della mattinata si è raggiunto l'accordo per la programmazione di un tavolo permanente.
Sulla rete e sui social si sono letti i commenti più disparati: dai nostalgici "dei tempi che furono" che si sono rispecchiati in questi giovani ragazzi, a quelli che invece hanno preferito concentrarsi sul loro modo di vestire definendoli dei "risvoltinati". Mettiamo pure che il 100% dei ragazzi al corteo avesse effettivamente le caviglie scoperte. Il fatto di seguire una moda discutibile è sufficiente per sminuire una manifestazione così partecipata? L'unico modo per minimizzare un corteo così numeroso e riuscito è quello di concentrarsi sull'orlo dei pantaloni? Dalle parole di Paolo Melillo (rappresentante della consulta degli studenti) e Clarissa Tobia (coordinatrice di FuturaMente) sono emerse proposte interessanti e costruttive. Lo stesso sindaco si è ripetutamente complimentato per la maturità mostrata dai "risvoltinati", se lo dice lui che in quanto a toni pacati è il Massimo esperto possiamo fidarci. Sia chiaro, nessuno li ha definiti dei piccoli Mahatma Grandi durante la marcia del sale, "addirittura" qualche studente nel corteo si è lasciato scappare quella parola che inizia per V, diventata lo slogan di certo movimento politico.
Che ci volete fare son ragazzi!