Domenica 23 febbraio la vulcanologa e divulgatrice scientifica spezzina Sabrina Mugnos sarà ancora una volta ospite della trasmissione di Rai 3 Kilimangiaro, in onda in diretta a partire dalle ore 17.15.
Sabrina parlerà della situazione attuale dei vulcani italiani, in particolare dell'Etna e dei Campi Flegrei.
"Per quanto riguarda l'Etna - spiega Sabrina Mugnos a Gazzetta della Spezia - attualmente il vulcano sta offrendo solo un grande spettacolo della natura, con una colata ad alta quota, intorno ai 2000 m, di estensione piuttosto ridotta, massiva, e viscosa. Date queste caratteristiche, il fenomeno rimane circoscritto ad una zona limitata e non comporta rischi nell’ avvicinamento, un classico esempio di quanto un vulcano possa essere talvolta solo spettacolare".
"Se parliamo, invece, di Santorini, in questi giorni la zona circostante sta dando segnali di sismicità, che sono però l'effetto di un'attività sismica tettonica legata cioè ai movimenti delle placche che si trovano attorno al vulcano che, come ai Campi Flegrei, sta mostrando da qualche tempo una blanda fase di sollevamento, quindi ovviamente la zona è tenuta sotto controllo".
Molto diversa è la situazione ai Campi Flegrei, un vulcano che in passato ha prodotto anche eruzioni violentissime. "Ai Campi Flegrei - aggiunge Sabrina Mugnos - c'è parecchia apprensione perché dentro la sua bocca grande circa 12 km, prodotta in seguito alle eruzioni violente avvenute 39.000 e 15.000 mila anni fa, vivono oltre mezzo milione di persone. Dopo quegli eventi disastrosi si sono creati nuovi crateri nel corso delle ultime migliaia di anni".
La vulcanologa spezzina prosegue evidenziando che al momento non ci sono elementi di natura geochimica, che tradiscano risalite di magma dalle profondità in grado di scatenare un'eruzione imminente. "Rimane il fatto che, da un punto di vista sismico, questi continui terremoti sono dannosi, non solo a livello psicologico, ma soprattutto per le infrastrutture che sono costruite senza nessun criterio antisismico e che, a forza di subire continui tremori, tendono a danneggiarsi".
Sabrina Mugnos spiega che questi terremoti sono dovuti al bradisismo, una sorta di saliscendi del suolo presente ai Campi Flegrei da tempi immemori, e che ha portato, ad esempio, anche alcune costruzioni di epoca romana a ritrovarsi adesso sott'acqua.
"Sotto gli effetti del bradisismo - continua Mugnos - dal 2005 circa, quindi da una ventina di anni, il suolo sta risalendo lentamente a ritmo di circa 10-13 mm al mese, una risalita dovuta alla pressione da parte di gas e fluidi che tendono a spaccare le rocce e a produrre i terremoti. In passato grossi eventi di sollevamento, quindi crisi bradisismiche importanti, come negli anni '70 e '80, hanno fatto pensare a un'eruzione imminente che poi non è avvenuta. Mentre invece nel 1538 una fortissima crisi bradisismica, che è andata avanti per tanti anni, ha annunciato l’eruzione del Monte Nuovo. Sostanzialmente il concetto è che il bradisismo è un movimento naturale in cui, nella fase ascendente si creano i terremoti, dovuti appunto alla pressione di gas e fluidi che spaccano le rocce, mentre nella fase discendente non c'è nessun tipo di manifestazione sismica".
Sabrina Mugnos evidenzia che in questo momento sarebbe necessario capire quanto queste deformazioni siano dovute all'intrusione di magma che si avvicina alla superficie, oppure soltanto a gas e fluidi. L'intrusione del magma è segnalata dalla presenza di variazioni biochimiche delle fumarole, elemento che al momento non è stato fortunatamente osservato. "Comprensibile, però, un certo grado di apprensione tra la popolazione", conclude la vulcanologa.