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Il Centro Naturabilia sogna un macchinario RX In evidenza

di Vimal Carlo Gabbiani - I volontari quotidianamente impegnati nella salvaguardia degli animali.

Siamo appena arrivati nella sede di Naturabilia, un campo di un ettaro con al centro una cascina dove un tempo si coltivava il grano e la zucca, quando al cancello bussa il signor Nilo. Porta con sé, all'interno di una cassetta della frutta, una tortora tremula e spaesata. Le ha messo vicino un piccolo contenitore con dell'acqua, nel quale con fatica, inzuppa il becco.

"L'ho trovata vicino a casa, si trascinava a terra. Ho dato un primo soccorso e poi ho fatto un po' di ricerche per sapere quale era il luogo più adatto dove portarla. La Lipu mi indicato il centro Naturabilia".

La diagnosi della biologa Eleonora Tomasini è immediata, si tratta di vaiolo. A fine estate sembra si tratti di un'infezione piuttosto comune. Intorno agli occhi si sono fermate delle escrescenze, che a lungo andare potrebbero rendere la tortora cieca. Ma non si tratta di nulla di irreparabile. "Abbiamo diversi uccelli in queste condizioni, è una malattia che si riesce a superare". La tortora volerà di nuovo e sarà libera di ritornare dal suo compagno, perché si tratta di animali monogami. Il signor Nilo ringrazia per l'assistenza ricevuta, si complimenta con le volontarie e si avvia verso casa contento.

"Ogni volta che accogliamo un animale - spiega la presidente di Naturabilia Lucia Franceschi - e ancora di più quando lo reintroduciamo in natura una volta curato, per noi è una grandissima emozione. Attualmente ospitiamo 50 animali, ma a luglio abbiamo quasi sfiorato le 500 unità".

Girando tra le voliere e le gabbie, si possono osservare diversi tipi di volatili divisi per famiglie e piccoli mammiferi. Ci sono due ricci, che ispirano grande simpatia perché insieme curiosi e timorosi. Giocano a nascondino nel loro piccolo rifugio e non resistono alla tentazione di qualche acino d'uva. Poi alcuni ghiri, che tutt'altro che soporiferi, appaiono piuttosto arzilli e le grandi voliere con gli uccelli. Quelle con i laridi (i gabbiani), quella con i rapaci notturni, quella per i diurni, una dedicata ai passeri più piccoli e una a quelli più grandi come le gazze e le cornacchie. Lucia si avvicina alla voliera dei corvidi e subito una cornacchia si protende verso di lei, sembra riconoscerla. Sporge il becco tra le fessura delle sbarre, sembra affascinata dalla sua maglietta bianca.

"Sono animali intelligentissimi - spiega la presidente - l'errore in cui assolutamente non dobbiamo cadere noi operatori è quello di farle abituare alla presenza dell'uomo. Altrimenti non potremmo più reintrodurle in natura". Un consiglio che vale anche e soprattutto per chi di noi dovesse trovarsi a contatto con un animale selvatico in difficoltà. "Mai accarezzarlo. Nel caso di cuccioli il semplice contatto con l'uomo, in alcune specie, può causare il totale rifiuto della madre che avvertirebbe l'odore di qualcosa di estraneo, percepito come una minaccia".

Alla sede di Naturabilia, in via Cà del sale 1, si arriva percorrendo via Alta Nuova, lasciandosi sulla destra l'enorme edificio grigio di Intermarine e addentrandosi in una campagna dove si possono incrociare i lavoratori a cottimo che vanno a guadagnarsi la giornata nei campi. Nell'ettaro di proprietà dell'associazione però del passato agricolo non è rimasto praticamente nulla. Voliere, recinti e un ambulatorio per il recupero degli animali selvatici hanno preso il posto dei solchi arati. "Abbiamo la possibilità di espanderci perché le nostre strutture occupano solo metà dello spazio in nostro possesso. Certo servono risorse e volontari. La nostra ambizione è quella di diventare un Cras, ovvero un centro di recupero per animali selvatici. L'iter burocratico è molto lungo ma siamo ottimisti che tutte le autorizzazioni presto arriveranno. Il servizio che svolgiamo è di utilità per tutta la comunità".

Gli animali che necessitano di interventi complessi al momento vengono inviati al centro Enpa di Campomorone a Genova, così come le specie di grossa taglia. "I caprioli sono abbastanza comuni, mentre rarissimo è il cervo. È capitato di accogliere esemplari di lupo, volpe, tasso o istrice, che abbiamo subito trasportato a Genova. Ma un giorno sono sicura saremo in grado di assisterli anche qui".

Molti dei volatili che sono in cura a Naturabilia hanno ali spezzate o traumi da impatto alle zampe. Per eseguire diagnosi precise e agire con tempestività servirebbe un macchinario RX, per il cui acquisto è stato lanciato un crowdfounding. "Poter fare delle radiografie renderebbe il nostro lavoro molto più semplice. Chiunque volesse aiutarci può inviare un piccolo contributo sul sito www.naturabilia.org, il link della raccolta fondi si chiama Ali libere (https://www.produzionidalbasso.com/project/ali-libere-sostieni-gli-animali-selvatici-della-provincia-di-la-spezia/)".

Mentre lasciamo il centro una signora sta arrivando tenendo tra le mani un rondone. Grazie alle cure di Lucia, Eleonora e delle altre volontarie forse riuscirà nel giro di qualche giorno a rimettersi in salute e ad affrontare un lungo volo per l'Africa, dove l'inverno è più mite e dove molti altri suoi compagni si stanno già dirigendo.

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