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Nuova strada Quaratica-Vernazza: Legambiente non ci sta, la replica del Sindaco Figoli In evidenza

In una nota Legambiente ha espresso le sue perplessità alle quali risponde il Sindaco pro tempore di Riccò del Golfo Loris Figoli.

Il Comune di Riccò del Golfo ha presentato un progetto di "strada bianca" che dovrebbe collegare Quaratica e Vernazza: la parte esecutiva è stata finanziata (233.000 euro), mentre l'eventuale finanziamento per la realizzazione dovrebbe aggirarsi sui 3 milioni e mezzo di euro. Il progetto, sostiene il Comune, è ad impatto zero e serve anche per ripristinare alcune zone ammalorate. Legambiente non è d'accordo. In una nota infatti leggiamo:

"Abbiamo trovato parecchie incongruenze tra quanto riportato nella Relazione Tecnica e la realtà dei fatti. Si parla di 'ripristino della viabilità esistente', ma l'intero tracciato (lungo 4,6 km) coincide attualmente con sentieri pedonali, per cui i previsti interventi 'di messa in sicurezza mediante sistemazione di piccoli movimenti franosi localizzati, la regimazione delle acque superficiali, accompagnata dal taglio della vegetazione', dovranno avvenire per forza di cose a valle dell'intervento delle ruspe a spianare la strada; che in quanto tale sarà del tutto 'nuova' proprio perché inesistente. Si parla anche di 'ripristino e/o nuova  realizzazione di muri in pietrame' ma nelle 'sezioni tipo' del progetto sono disegnati muri in calcestruzzo a monte e a valle della strada. Fosse solo quindi per questi aspetti ci si trova ben lontani dall'obiettivo dichiarato di 'impatto zero'.

Il progetto va infatti ad alterare irrimediabilmente la rete sentieristica esistente, interessando anche per un lungo tratto (1,3 km) l'Alta Via delle 5 Terre (detto anche Sentiero n°1), il percorso di crinale di eccezionale interesse paesaggistico e naturalistico. Ancora più impattante il risultato sul tratto interno alla Val di Vara (dalla Sella del Marvede a Quaratica) che interessa totalmente uno stretto sentiero a fondo naturale ancora vergine, ampliamento che come detto necessiterà di spianamento e scavo ad opera di mezzi meccanici. In un territorio caratterizzato da versanti molto ripidi tale operazione (che il progetto giustifica come 'messa in sicurezza') potrebbe invece avere l'esito di destabilizzare le montagne attraversate.

A conferma del potenziale impatto sulla componente paesaggistica e naturalistica vi è inoltre il fatto che per un tratto considerevole (2 km), e geomorfologicamente molto delicato, il percorso interessa la Zona Speciale di Conservazione "Portovenere - Riomaggiore - S. Benedetto" (in un'area tra l'altro densissima di emergenze carsiche); mentre per un tratto di 1,25 km si svolge all'interno del Parco Nazionale delle 5 Terre.

In merito agli obiettivi del progetto Legambiente ritiene: che il progetto vada a danneggiare la rete sentieristica, che abbisogna al contrario di continua e "leggera" manutenzione; che il recupero dell'agricoltura purtroppo segni il passo anche nelle zone attualmente raggiunte da strade carreggiabili; che la gestione del patrimonio boschivo debba passare attraverso opportuni Piani forestali, i quali, in particolare nelle ZSC e nei Parchi, devono avere finalità prevalentemente naturalistiche ed ecologiche (ovvero finalizzate al raggiungimento di habitat capaci di automantenersi nel tempo, concorrere alla ricchezza in biodiversità e contenere il rischio idrogeologico)".

Questa la replica del Sindaco pro tempore di Riccò del Golfo Loris Figoli:

"Leggo con stupore le asserzioni di Legambiente, molto lontane dal principio di realtà e consapevolezza che anima la gente di campagna come me. La storia ci ha lasciato in eredità un territorio agricolo e quindi antropizzato, costituito da fasce e da muri a secco, da paesini arroccati e strade al loro servizio: in entrambi i versanti, che interessano il comune di Riccò del Golfo di Spezia e le 5Terre. La geografia umana ci ha voluti un unico insediamento socio economico, nonostante la tentazione di dimenticarlo con il boom che ha seguito la fine del secondo conflitto mondiale. 

L'abbandono dei terreni agricoli, il lento e parcellizzato e faticoso (quanto insufficiente) recupero dei coltivi, sta distruggendo tutto un grande territorio, che è invaso da turismo prevalentemente veloce (e bellamente inconsapevole della natura del suolo che sta calcando). Lo studio di fattibilità del mio comune, che ha visto la luce nel 2021, diventerà un progetto esecutivo e consentirà di RECUPERARE alcune viabilità agricole esistenti e correlate tra loro  (trasformandole in un'unica strada bianca) allo scopo di rendere ragionevole un organico e sostenibile impiego di terreni oggi abbandonati: in entrambi i versanti.

Questo progetto non romperà uno "splendido isolamento" delle 5Terre ma renderà possibile una azione di concreta salvaguardia idrogeologica, incidendo proprio laddove le attuali economie logistiche non lo consentono: sfalcio, trattamento delle arborescenze infestanti, implementazione agricola, soccorso e protezione civile. Aggiungerei azioni strettamente culturali, identitarie, alla base del turismo slow e consapevole.

La progettazione, che verrà affidata e non può essere valutata adesso, prima di averla fatta, ricucirà nella piena consapevolezza storica e naturalistica un unico comprensorio che oggi rischia il collasso. Tengo a precisare che i più trattano o parlano di 'pulizia dei sentieri' oppure di 'economie circolari' ed anche di "invasioni faunistiche e tutele faunistiche" senza coinvolgere i fattori umani, naturalistici, morfologici di un territorio fortemente antropico.

Occorre anche evidenziare che il tracciato desunto dalla documentazione è semplicemente quello del vecchio sentiero comunale che commetteva le antiche cave di Quaratica e Casella alle antiche comunità su entrambi i versanti. I "muretti a secco" sono grigi perché di pietra arenaria "di Riccò" specificamente proveniente dalle nostre alture: perché così è stato per secoli. Aggiungo alcuni scatti del nostro entroterra: magari possono dire qualcosa sul linguaggio urbano prevalente.

Arrendersi all'abbandono non produrrà un miglior ambiente naturale: i 37kmq che compongono il comune di Riccò del Golfo di Spezia sono caratterizzati da terreni agricoli abbandonati, una rete stradale aggredita dalla vegetazione che ha soppiantato l'identità agricola locale. Senza progettazione condivisa, razionale, rispettosa ma concreta, al cui tavolo Legambiente è autorevole interlocutore, non ci sarà futuro! Chi oggi valuta a priori questa azione progettuale ne disperde ogni valore e capitale culturale.

Come ho già detto al Presidente Sarti, che mi ha contattato al telefono circa dieci giorni fa, il primo comune della Liguria per raccolta differenziata, per progettazione eco sostenibile, per attenzione all'ambiente, non agirà mai contro principi di etica ed ecologia! Di certo però, merita dissertazioni meno "ideologiche" e si aspetta di aver al proprio fianco le istituzioni nella tutela del Territorio".

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