Alberto Picco nacque il 22 maggio 1894 alla Spezia e fu una figura fondamentale nella storia del calcio italiano, ricordato non solo per il suo contributo sportivo ma anche per il suo eroismo durante la Prima Guerra Mondiale. La sua vita, seppur breve, è stata caratterizzata da un impegno profondo verso il suo club, lo Spezia Calcio, e il suo Paese.
Iniziò a giocare a calcio in giovane età, distinguendosi presto per le sue abilità sul campo. La passione per il calcio lo portò a diventare uno dei fondatori dello Spezia Calcio nel 1906. Questo club, nato da un gruppo di giovani entusiasti, divenne presto una presenza rilevante nel panorama calcistico locale.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, come molti altri giovani italiani, Alberto Picco rispose alla chiamata della patria. Si arruolò nell'esercito italiano e fu inviato al fronte. La guerra portò via a molti giovani la possibilità di continuare le loro passioni e i loro sogni, e purtroppo, Picco non fece eccezione. 109 anni fa, durante la Grande Guerra, prendeva avvio l'azione militare per la conquista del Monte Nero (Krn), nell'alto Isonzo, sulle Alpi Giulie sopra Caporetto.
Era il 16 giugno 1915 e alle primissime ore, durante le operazioni militari, Alberto Picco, Sottotenente di complemento del 3° Reggimento Alpini, perse la sua vita. Il suo sacrificio non fu vano, poiché rappresentò il coraggio e la dedizione di un'intera generazione di italiani che diedero tutto per la libertà e l'onore del loro Paese.
Dopo circa tre mesi, venne insignito della medaglia d'argento al valor militare alla memoria dal re Vittorio Emanuele III con questa motivazione: “Nell'attacco di una posizione difficile slanciavasi col più grande disprezzo dell'esistenza, primo, nelle trincee nemiche, ed, uccidendone i difensori, incitava con l'esempio gl'inferiori a seguirlo e gettare lo sgomento nei nemici. Ferito una prima volta, continuava nell'azione: ferito ancora e morente, abbracciando e baciando il comandante della sua compagnia, esclamava: Viva l'Italia: muoio contento di aver servito bene il mio Paese”.
La memoria di Picco è stata onorata in vari modi. Nel 1919, pochi anni dopo la sua morte, lo stadio dello Spezia Calcio fu intitolato a lui diventando un luogo dove la passione per lo sport e il ricordo di un eroe si intrecciano. L’eroe spezzino è stato inoltre ricordato dai suoi alpini anche con una canzone, che dice: “O luna o luna, ma come splendevi, il bruno suo capo per illuminar. O luna o luna, ma tu lo sapevi che il tenente Picco non può tornar” La presa di Monte Nero è stata celebrata nel canto alpino Monte Nero con queste parole: “Spunta l'alba del sedici giugno, comincia il fuoco l'artiglieria, il Terzo Alpini è sulla via, Monte Nero a conquistar!”
(Immagine di: Associazione nazionale combattenti e reduci)