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"Terra a perdere", l'altra faccia della Sardegna in prima visione al cinema Il Nuovo In evidenza

di Massimo Guerra - Il docufilm descrive un aspetto poco noto della vita sull'isola.

Appuntamento con una realtà poco conosciuta della splendida Sardegna questa sera, martedì 28 maggio in prima visione al Cinema Il Nuovo di via Colombo 99.  

"Terra a perdere" è il titolo del docu sulla guerra in Sardegna di cui non parla nessuno.

Spiegano le sue autrici, le giornaliste Chiara Pracchi e Simona Tarzia, che insieme al videoreporter Fabio Palli hanno realizzato il reportage: "La Sardegna è terra di mare, di paesaggi mozzafiato e di basi militari. Meno conosciuti delle bianchissime spiagge che ci strizzano l'occhio dai volantini pubblicitari, i poligoni avvelenano la terra e la vita dell'Isola. Nati negli anni '50 come tributo di guerra, hanno ospitato ogni anno le esercitazioni di tutte le forze armate occidentali, hanno preparato guerre, inquinato con il torio radioattivo dei missili Milan, funzionato da discariche per il munizionamento obsoleto della Seconda guerra mondiale e da laboratorio per la sperimentazione di nuovi armamenti. Secondo alcuni documenti parlamentari, sarebbero almeno 168 le persone che vivevano nei pressi delle basi e che sono morte a causa di rari tumori emolinfatici. 

"Terra a perdere" è un documentario che, partendo dal processo che si è concluso nel 2021 con l'assoluzione dei generali che si sono susseguiti al comando del Poligono di Quirra tra il 2002 e il 2010, dà voce a quanti ne subiscono gli effetti o cercano di opporsi alle servitù militari, immaginando per la Sardegna un altro sviluppo, offrendo una prospettiva unica e rivelatoria su una realtà spesso trascurata e mettendo in luce la fatica di coloro che, nella Sardegna di oggi, cercano di alzare la voce contro le servitù militari, chiedendo trasparenza sulle attività che si verificano all'interno delle basi.

Per la sua incisiva testimonianza, "Terra a perdere" è stato accettato come concorrente alla passata edizione del prestigioso Premio Dafne Caruana Galizia per il giornalismo, assegnato dal Parlamento europeo. Il docu è stato anche l'unico documentario italiano in concorso all'edizione 2024 del Riviera International Film Festival di Sestri Levante.

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