Dal 2 maggio la SP8 di Calice è chiusa a causa di una frana che costringe circa 350 persone ad una condizione di quasi isolamento. Se è vero, infatti, che ci sono altre due strade che permettono ai residenti di raggiungere La Spezia e Aulla, è altrettanto vero che si tratta di percorsi molto più lunghi ed anche meno agevoli. Sono quindi tanti i disagi, cui si somma anche un notevole aumento dei costi di trasporto.
Ancora più preoccupante, però, è la mancanza di mezzi pubblici, che impedisce a molti, soprattutto anziani, di muoversi, ed ai più piccoli di andare a scuola: chi frequenta le lezioni a Madrignano è ora in DAD, Didattica a distanza. In una classifica delle preoccupazioni, però, il primo posto va alla salute: se qualcuno che vive nella parte alta di Calice dovesse sentirsi male, l'ambulanza impiegherebbe circa un'ora a raggiungerlo.
I residenti, che anche ieri mattina hanno dato vita ad un presidio di protesta che è stato attuato da ambo le parti della strada interrotta, chiedono una soluzione provvisoria in tempi brevi, anche alla luce del fatto che i lavori per il ripristino definitivo del versante collinare e dell'arteria stradale non si prospettano veloci.
Le richieste partono proprio dal fronte sanitario: i residenti della parta alta di Calice vorrebbero il presidio del 118 e un potenziamento della Croce Rossa sul luogo; la predisposizione di un'area per l'atterraggio dell'elisoccorso e l'apertura di un varco di emergenza per permettere i soccorsi.
Chiedono poi che venga ripristinato un presidio di sicurezza, anche alla luce della presenza della REMS, e che alla ripresa delle lezioni a settembre i bambini ed i ragazzi siano messi nelle condizioni di poter frequentare la scuola.
Va poi considerato tutto il capitolo legato all'economia del territorio. Su uno dei cartelli esposti dai manifestanti si leggeva: "Senza strada, senza futuro". Sono infatti molte le attività che hanno sede a Calice e che subiscono pesanti conseguenze dall'interruzione della SP8, situazione destinata ad aggravarsi, come sembrerebbero già dimostrare le molte distette date dai turisti per la stagione estiva ormai alle porte.
Tra le richieste dei manifestanti, quindi, c'è anche quella di aiutare le aziende produttive ad accedere ai fondi e finanziamenti economici pubblici per fronteggiare i mancati guadagni.