Durante uno dei quotidiani servizi di controllo finalizzati alla salvaguardia della sicurezza stradale, una pattuglia della Polizia Locale, dislocata per un posto di controllo in Viale Italia all’incrocio con Via Prosperi, imponeva l’alt ad un motociclo in fase di avvicinamento ma il relativo conducente, invece che accostare, nel chiaro tentativo di sottrarsi al controllo di polizia, accelerava bypassando l’Agente che gli stava segnalando di fermarsi.
La pattuglia, risalita sul veicolo di servizio, si poneva all’inseguimento, che si protraeva sino in Via Lunigiana, tragitto durante il quale il motociclista inanellava, guidando in maniera spericolata, una serie di violazioni come passaggio con semaforo rosso, velocità inadeguata al centro urbano ed altre violazioni della segnaletica stradale, fino a quando non era costretto ad arrestare la marcia, avendo il passo sbarrato dall’auto di servizio.
L'uomo, alla richiesta di esibire un documento di identificazione, mostrava agli Agenti patente albanese; da tale punto di partenza, veniva accertato che si trattava di un 57enne albanese, precedentemente residente in città e cancellato dall’anagrafe comunale per irreperibilità nel 2017 ed allo stato attuale sul nostro territorio senza fissa dimora. L’uomo guidava una Vespa che aveva acquistato senza regolarizzare il passaggio di proprietà e non più assicurata dal 2019 e con più revisioni periodiche omesse dal 2012.
Il quadro di illiceità delineatosi motivava approfondite ricerche circa eventuali precedenti di polizia in capo al soggetto, all’esito delle quali si appurava che si trattava di individuo gravato da decreto di espulsione emesso nel 2022 con visto a partire del 2023 ed interdizione a rientrare in Italia per i 5 anni successivi. Altresì l’uomo era pregiudicato per gravissimi reati quali violenza sessuale, sequestro di persona, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione.
Sentito il Pubblico Ministero di turno, l’uomo veniva tratto in arresto e condotto in Questura per la certa identificazione tramite fotosegnalamento; di seguito, come disposto dal Magistrato, veniva rinchiuso nella cella di sicurezza del Comando della Polizia Locale, in attesa del processo per direttissima, per aver commesso il reato di essere rientrato sul Territorio Nazionale nonostante fosse gravato da decreto esecutivo di espulsione.
Reato cui consegue la reclusione fino a quattro anni e nuovo decreto di espulsione con accompagnamento immediato alla frontiera.