Paolo Cozzani ha lavorato una vita come geometra e stimato perito per banche e assicurazioni ma la sua vera vocazione è per la storia, l'arte e la cultura con un occhio di riguardo per la sua città natale.
E così a 63 anni si è tolto la soddisfazione di laurearsi a pieni voti in Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali, non iscrivendosi ad una delle tante facoltà per corrispondenza, ma discutendo la tesi sul Futurismo alla Spezia con il relatore Alessandro Masi, docente di Arte Contemporanea alla Sapienza di Roma presso la Facoltà di Architettura.
"Ho coronato un sogno inseguito sin da giovane - commenta Cozzani, che malgrado sia over 60 si difende ancora bene sui campi da calcetto e da tennis - la mia tesi è una ricerca storica articolata in due fasi: partendo dal seme del Futurismo con la pubblicazione del manifesto su "Figaro" del 1909 di Marinetti ha attraversato i primi due decenni sino al secondo Futurismo degli anni '30 durante il quale la nostra città ha conosciuto uno dei momenti artistici più alti del secolo con la realizzazione del palazzo delle Poste dell'ing. Angiolo Mazzoni e le opere musive all'interno della torre di Enrico Prampolini e Luigi Colombo (Fillia). Le due maggiori figure del Futurismo alla Spezia realizzarono 200 mq di mosaici sul tema delle comunicazioni terrestri, aeree e marittime, e all'inaugurazione il 30 novembre 1933 fu presente anche il ministro Costanzo Ciano. I legami di tanti esponenti del movimento futurista con gli ideali del ventennio fascista hanno oggettivamente penalizzato e in parte oscurato il suo valore artistico".
Merito di ricerche come quella di Cozzani riportare alla luce il valore estetico e culturale, al netto di qualsiasi opinione e parte politica. Senza dimenticare che alcuni degli esponenti del movimento si collocarono ideologicamente lontani dal Partito Fascista.
Di recente, con le carte tematiche del Comune della Spezia visibili nel sito myspezia.it l'Amministrazione sta cercando di recuperare il tempo perduto per valorizzare l'architettura degli anni '20 e '30 di Franco Oliva, Manlio Costa, Angiolo Mazzoni, la fontana e i mosaici della torre dell'orologio del palazzo delle poste di piazza Verdi.
Al neodottore i complimenti da parte della Redazione di Gazzettadellaspezia.it