In questi ultimi due mesi abbiamo visto l'imbarazzante susseguirsi sui giornali di articoli di botta e risposta tra le sigle sindacali firmatarie dell'ultima contrattazione aziendale all'interno di LSCT. Non sono mancati veri e propri attacchi da una parte all'altra sul livello politico, ma la vera spaccatura formale è avvenuta dove non dovrebbe mai esistere, ovvero sul piano della sicurezza e della salute, riferendoci alla riunione che si è svolta addirittura a tavoli separati con l’azienda, lasciando uno sconcerto totale nell’ambiente portuale, evento mai successo prima d’ora. Come se non bastasse, in questi ultimi giorni, veniamo a conoscenza che il premio di produzione verrà ridotto dai circa 2600€ medi pro-capite, percepiti l’anno scorso, ai 1800€ di quest’anno, nonostante i 42milioni di utile netto da parte aziendale (un incremento di 2milioni rispetto al 2021).
Nell’Agosto 2022 avevamo fermamente fatto opposizione rispetto all’accordo siglato da Cgil-Cisl e Uil, effettuando anche lo sciopero del 27/08/2022 con il quale rivendicavamo l’assoluta inconsistenza dell’accordo, sia nella parte economica che in quella normativa a favore dei lavoratori. Manifestavamo anche la nostra piena contrarietà nei confronti della trasformazione vincolata in buoni pasto della vecchia quota “fissa”, prima erogata nella busta paga di Febbraio, usando come scusa il risparmio fiscale, cosa che fa ridere dato che, nella legge di bilancio 2023, i premi produzione hanno avuto una ulteriore riduzione dal 10% al 5% per i premi sotto i 3000€.
Passato meno di un anno i fatti ci hanno dato ragione, dato che l’erogazione media del PDR per i lavoratori sarà inferiore di ben 800€, al quale si va ad aggiungere ciò che hanno dovuto subire i dipendenti in termini di peggioramento della qualità della vita, grazie all’accordo “ponte” di Febbraio scorso che ha ulteriormente vincolato straordinario, adr, cambi, riposi e gestione delle ferie. Anche questo da noi combattuto con uno sciopero di 24 ore effettuato in data 08/06/23. Non sappiamo se ridere o piangere leggendo gli articoli sulle testate locali, dove CGIL-CISL e UIL lamentano un’incongruenza verso l’erogazione stimata del premio di Agosto, calcolata sulla base di un accordo da loro stessi firmato, segno evidente che in fase di contrattazione altri sono stati i fini da perseguire, non certo l’interesse dei lavoratori che stanno perdendo da tutti i punti di vista. La situazione ad oggi ci preoccupa, e non poco, data la mancanza di un chiaro piano industriale nel porto della Spezia, nel quale avvertiamo un'impalpabile volontà di fare investimenti strutturali reali e anche perché, come diciamo da sempre, è venuta meno la rappresentanza sindacale capace di tutelare gli interessi dei lavoratori.
Le nostre perplessità sono sempre più evidenti quando vediamo ridere i lavoratori davanti all’ultimo articolo di giornale che recita “Sindacati sul piede di guerra”, altro segnale che ormai la credibilità di queste organizzazioni è finita sottoterra. In particolare se la questione di merito è stata sollevata questa volta per la situazione della sicurezza e della manutenzione, che risulta essere assolutamente non efficace sia per le condizioni dei mezzi di piazzale che per le gru di banchina. Ribadiamo ancora una volta a tutti i lavoratori che è necessario un cambio di rotta e un cambiamento di mentalità nell’agire sindacale. Se in questi anni abbiamo subito un decadimento così repentino, questo è dovuto anche al fatto che ogni dipendente ha continuato a crogiolarsi con false promesse di miglioramenti mai avvenuti. È scontato che se non ci saranno evidenze di rapidi e positivi cambiamenti, intraprenderemo altre iniziative di protesta per salvaguardare il salario dei lavoratori e, in primis, la Sicurezza e la Salute che per noi restano questione assolutamente prioritaria e sulla quale nessuno sconto è ammesso.
CUB Trasporti La Spezia
