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Spezzini, popolo di marinai e navigatori In evidenza

di Alice Tintori – Prosegue l’inchiesta sul turismo alla Spezia. Oggi parliamo dei trasporti via mare.

Gazzetta della Spezia prosegue l’inchiesta sul turismo alla Spezia. Dopo le guide turistiche ed il trasporto su ruote (taxi, ATC), è la volta del trasporto via mare.

Chi non ha ricordi da bambino quando le  mamme ci portavano al mare in Palmaria cappellino bianco e sandalini blu? In tutti questi anni sono cambiate società, consorzi, gestori che erogavano il servizio dei vaporetti, ma le persone sono rimaste un pò le stesse; forse un po’ musone ma sempre gentili e molto professionali, ad accompagnare e riprendere i bagnanti che andavano al mare.
Forse prima si parlava solo spezzino  e ci si conosceva tutti, adesso i tempi sono cambiati.

Il nostro giornale  li ha invitati in redazione per esplorare il loro mondo e per raccontare ai nostri lettori cos’è cambiato in tutti questi anni.

Sono intervenuti nella nostra Redazione Rudy Biassoli, Presidente del Consorzio marittimo turistico 5Terre Golfo dei Poeti, e Giacomo Bello, Presidente Navigazione Golfo dei Poeti srl, che hanno risposto alle nostre domande.


Potete spiegare ai nostri lettori qual è il nome della vostra attività e di cosa si occupa?

Rudy Biassoli: già negli anni ’40 i vaporetti erano attivi nel golfo spezzino, principalmente per il trasporto degli operai, ma rapidamente sono passati al trasporto turistico, soprattutto nella stagione estiva. Vista la crescita del settore turistico, il Comune della Spezia ha poi creato una sezione marittima di FI.TR.A.M, dotata di mezzi di navigazione per collegare le principali località del Golfo della Spezia, attività che però non ha dato esiti economici positivi. Negli anni ’60 – ’70 diversi personaggi hanno intrapreso brillanti attività in proprio, creando piccole società di navigazione. 

Col tempo, questi piccoli armatori iniziano ad associarsi tra loro. Nasce così nel 1979 Navigazione Golfo dei Poeti con sede a Lerici, fondata da Alessandro Piermatteo, Vittorio Gianardi, Agostino e Luigi Rossignoli e Lorenzo Betta; nel 1981 si sono aggiunti altri barcaioli di Porto Venere, e pian piano la società si è ingrandita. Negli anni ‘90 ha inglobato una società ormai in crisi, la In. Tur., successivamente ha inglobato i Battellieri, storica società del Golfo della Spezia. 

Nei primi anni 2000 nasce così il Consorzio Marittimo Turistico 5 Terre Golfo dei Poeti, che comprende tutte queste società a cui si è aggiunta la Navigazione Ligure Tirrena. 

Ad oggi il Consorzio marittimo turistico: 

• opera un servizio marittimo di linea in tutto il Golfo della Spezia ed oltre;

• ha delle imbarcazioni a disposizione che possono essere affittate per gite giornaliere o eventi speciali;

• effettua un servizio di battellaggio all’interno del Golfo della Spezia, che è un servizio accessorio al porto per portare l’equipaggio a bordo o merci sulle navi all’interno dei cantieri navali, con permessi speciali entra anche all’interno dell’Arsenale militare per portare ditte o equipaggi.

Il Consorzio marittimo turistico copre tutti i servizi di linea da Viareggio fino a Moneglia/Portofino; negli ultimi due anni non abbiamo effettuato il servizio fino a Portofino, ma ci siamo fermati a Moneglia.

Da tutti questi porti ci sono vari servizi, alcuni diretti verso le 5Terre; alcuni, noti a tutti gli spezzini, di trasporto verso l’isola Palmaria negli scali del Terrizzo e del Pozzale, con partenza dalla Spezia, da Lerici e da Porto Venere. Inoltre, ci sono servizi regolari che vengono effettuati solo nei mesi estivi sui comuni del levante e del ponente dal golfo della Spezia; partendo dalla passeggiata Morin verso San Terenzo, Lerici, Tellaro, mentre verso ponente, costa dei pirati, le località raggiunte sono Cadimare, Fezzano, Le Grazie, Porto Venere. Questi borghi vengono collegati tra loro e vengono collegati all’isola Palmaria, nello scalo del Terrizzo.  Un’altra linea è quella del giro delle isole, che parte 2 volte al giorno da Porto Venere: una gita panoramica di 45 minuti intorno alle isole Palmaria, Tino, Tinetto, visita alla grotta Byron e rientro a Porto Venere.  

Poi vengono effettuati servizi speciali, ad esempio in occasione della Madonna Bianca a Porto Venere o di San Venerio sul Tino, lo spettacolo pirotecnico del Palio del Golfo, serate particolari a bordo come quelle organizzate in collaborazione con la Provincia della Spezia o i Mitilicolori spezzini. Noi siamo sempre disponibili a collaborare ed organizzare eventi che ci tengano vicini alla città. 


Come è cambiato il vostro lavoro dal 2009 in poi, quando sono arrivati i croceristi alla Spezia?

Giacomo Bello: nel 2009, quando sono arrivate le prime navi da crociera che si fermavano nella rada interna della Spezia perché non c’erano ancora gli scali, noi facevamo servizio di battellaggio dalla nave da crociera a terra, attraverso la piattaforma che è stata messa in passeggiata Morin e che esiste ancora. Facevamo servizio dalla mattina alle 7 fino alle 20, quando la nave lasciava la rada della Spezia per altre destinazioni, e portavamo a terra sia i passeggeri che gli equipaggi in libera uscita. 

Poi, da quando le navi hanno potuto ormeggiarsi nelle banchine Garibaldi e Calata Paita, il lavoro per noi è cambiato molto. Abbiamo assistito ad un grosso incremento di turisti che, scesi dalle navi, desiderano fare un giro in battello, grazie anche ai tour operator che lavorano all’interno delle navi e vendono i pacchetti delle escursioni, ma anche ai turisti stessi che sempre più spesso si informano in autonomia sulle possibili escursioni offerte una volta sbarcati sul territorio. La meta più conosciuta sono senz’altro le  Cinque Terre. Porto Venere è meno nota, ma spesso diventa una scoperta per molti turisti, così come Lerici. 

In conclusione, possiamo dire di aver avuto un grosso incremento di lavoro, lo vediamo dalla differenza di passeggeri tra giornate con presenza di navi oppure no. Nelle giornate in cui arrivano le grandi navi, noi arriviamo alla quota di 400-500 passeggeri.


Quali sono le modifiche che, secondo voi, dovrebbero essere fatte alla normativa vigente per semplificare il vostro lavoro?

Rudy Biassoli: Il problema più grande che abbiamo nel nostro lavoro è trovare personale formato che possa lavorare sulle nostre imbarcazioni e nelle nostre biglietterie.

Nelle biglietterie è fondamentale conoscere più lingue e sapersi relazionare con le persone e gestire il pubblico.

Per le posizioni di bordo, che vanno dal mozzo, al marinaio, al giovanotto di macchina, al direttore di macchina, al comandante, diventa tutto più complesso. Solo per imbarcare da mozzo, che è l’entry-level della carriera in mare per la coperta, c’è bisogno di una serie di certificazioni di corsi, principalmente bisogna essere in possesso dei corsi BST (Basic Safety Training) che prevedono il corso antincendio e il primo soccorso, per poi passare alla certificazione Crowd and Crisis necessaria per lavorare sulle navi trasporto passeggeri. Dopo il periodo effettuato a bordo come mozzo di 12 mesi, che generalmente si riesce a coprire in due anni di lavoro, si può fare la certificazione MAMS (marittimo abilitato ai mezzi di salvataggio). Questa certificazione costituisce requisito per poter essere imbarcati come marinai, se la società ne ha necessità. La qualifica è quella di marinaio, con stipendio in base al contratto, noi utilizziamo il contratto collettivo nazionale per navi superiori a 150 tonnellate. 


Per non parlare di direttori e comandanti, che hanno bisogno di altri corsi avanzati.  

Il problema è che tutte queste certificazioni sono spese da affrontare per questi marittimi.

Un giovane che volesse provare a fare una stagione sulla navigazione, deve spendere da duemila a quattromila euro di corsi, che non è una spesa da poco. In questa spesa sono compresi i corsi, ma anche albergo, vitto e alloggio qualora sia necessario trasferirsi per i corsi in altre città, perché non sempre c’è disponibilità in città vicine a noi come Genova. Non solo i corsi sono a spese dei singoli, ma c’è anche un fattore di rischio, perché magari non abbiamo bisogno di mozzi e non imbarchiamo.


Una volta fatti questi corsi, la cosa non finisce lì perché alcuni hanno valenza triennale o quinquennale, e quindi devono essere periodicamente rinnovati.

Oggi, nel 2023, fare il marittimo è un bellissimo lavoro, è ben remunerato, ma si deve sempre tener presente che una parte della remunerazione dovrà essere destinata al rinnovo di tutti questi corsi e queste certificazioni. Noi come società aiutiamo al rinnovo dei corsi i marittimi che hanno una “storia” con noi, ma non possiamo permetterci di pagare i corsi per chi inizia e “potrebbe” venire a lavorare con noi. 


Questo è un bel problema di denaro per i marittimi, ed è per noi un problema di tempo e opportunità. Se ad esempio, un marittimo che lavora con noi ha un corso che scade a settembre, lo deve necessariamente rinnovare in quel momento, deve sbarcare, fare il corso ed essere rimbarcato; ma noi a settembre siamo ancora nel pieno del lavoro e per noi è un problema. A volte non possiamo permetterci di assumere una persona molto valida perché ha il corso che scade ad agosto o settembre, quando siamo ancora nel pieno del lavoro.

Tutto ciò è un grosso limite, è un problema non solo locale ma nazionale.

L’altro problema è legato alle certificazioni che si vanno ad acquisire. Per la coperta, la carriera è ben definita a livello nazionale; il mozzo diventa marinaio, poi si possono seguire i vari corsi di capobarca al traffico locale, capobarca al traffico dello Stato, comandante quarta classe se si hanno i requisiti, e via dicendo. Per quanto riguarda la carriera di macchina, è molto più complesso. Il giovanotto di macchina che imbarca su una delle nostre imbarcazioni, il giovanotto di macchina rimane. Negli ultimi 45 giorni è uscito un nuovo decreto che permette di ottenere un certificato per chi ha effettuato navigazione di macchina ed ha sostenuto un esame di macchina, ad esempio da marinaio motorista, e si ottiene un certificato di valenza solo locale, rilasciato dalla Capitaneria di competenza, per lavorare all’interno della circoscrizione marittima di quella Capitaneria; in questo modo abbiamo recuperato un paio di direttori di macchina e questa è una cosa molto positiva. Però siamo ancora distanti da avere una vera e propria carriera per il direttore di macchina e per chi vuol fare il macchinista e parte da giovanotto di macchina. Ad esempio, per un giovane che, uscendo dall’Istituto Nautico della Spezia, desidera lavorare sui battelli pensando ad un percorso di vita: faccio il giovanotto, farò il motorista, farò il direttore di macchina fino a 750 kw, 3000 kw, oltre 3000 kw. Ed è un peccato, perché sono lavori belli e ben retribuiti, è un peccato perderli.

Il mare fa parte della nostra nazione e della nostra città, dovremmo incentivare questi lavori. Invece, prima sono stati messi dei paletti difficili, i corsi obbligatori, collocati in poche zone d’Italia, con poca disponibilità e onerosi; poi le difficoltà su come conseguire le varie certificazioni, la possibilità di perdere dei lavori perché le certificazioni sono in scadenza. E poi c’è tutto il resto. Ad esempio, i marittimi sono soggetti a visite mediche biennali; ci capita ad esempio di dover sostituire, magari nelle settimane centrali di agosto, per 2-3 giorni una persona che deve effettuare una visita medica perché ha la certificazione in scadenza, e questo non è cosa da poco per un’azienda cha fa un lavoro stagionale.

Sono tutte cose che sono cambiate negli ultimi anni. Prima la visita biennale si poteva fare quando il marittimo era sbarcato, forse era un termine troppo blando; si potrebbe allora ipotizzare una soluzione intermedia, ad esempio di poter eseguire la visita del marittimo imbarcato a distanza di più o meno 3-4 mesi dalla scadenza. 


Bello Giacomo: vorrei dare un suggerimento: sarebbe utile che gli Istituti Nautici facessero uscire i ragazzi già con i corsi base effettuati, in modo che possano essere imbarcati subito come mozzo. I ragazzi risparmierebbero perché i corsi, organizzati dall’Istituto Nautico, dovrebbero avere costi inferiori rispetto a farli fuori, ed avrebbero la possibilità di essere imbarcati subito come mozzo.


Cosa fa un’azienda come la vostra durante la stagione invernale? 

Rudy Biassoli: La stagione invernale inizia dai primi di novembre fino a metà marzo circa. In questi mesi ci dedichiamo al servizio di battellaggio all’interno del porto, che è attivo 12 mesi l’anno, e poi ci dedichiamo alla manutenzione dei nostri pontili e delle imbarcazioni. 

Le manutenzioni vanno dalle pitturazioni alla verifica e al controllo delle dotazioni di salvataggio e di tutta la segnaletica di sicurezza, tutto ciò che serve per preparare le imbarcazioni quando a metà marzo riprenderanno servizio. 

Abbiamo alcune imbarcazioni che rimangono in mare fino a gennaio per poter essere utilizzate per i servizi effettuati nei mesi di semi-chiusura della nostra attività; a volte sono dei battelli affittati per escursioni all’interno del golfo o su Porto Venere, raramente sulle Cinque Terre. Noi come azienda abbiamo provato nella scorsa stagione a fissare delle prenotazioni con le società che operano con le navi da crociera, ma purtroppo si favoriscono altre mete nei mesi di novembre-dicembre. 

Facciamo anche servizi con altre associazioni, ad esempio ogni anno il 24 dicembre organizziamo, con Assonautica della Spezia, il Natale subacqueo sull’isola Palmaria, alla presenza delle forze dell’ordine in rappresentanza del Comune di Porto Venere. 

Oltre a questi servizi, ci sono le manutenzioni. Seguiamo le varie ditte che vengono selezionate per fare i lavori sulle nostre imbarcazioni, seguiamo le imbarcazioni in costruzione e quelle che vengono rinnovate dai cantieri o dalle ditte, o le sostituzioni dei motori che effettuiamo regolarmente. Sulle 19 imbarcazioni della nostra flotta, la vita media dei motori che ad oggi sono installati a bordo è di 6,4 anni; perciò, sono tutte motorizzazioni nuove. Per mantenere così bassa la vita dei motori, continuamente ogni anno sostituiamo i motori più vecchi con motori sempre più nuovi e performanti. 

 

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