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Una dedica della Chiesa S.Caterina con uno striscione per la Sindaca Ponzanelli In evidenza

di Marina Lombardi - Una dedica della chiesa alla Sindaca appena rieletta, è giusto che la Chiesa si schieri?.

È apparso subito dopo le elezioni, il cartellone che ritrae il parroco della chiesa di S. Caterina di Sarzana insieme alla Sindaca Cristina Ponzanelli, appeso proprio sulla cinta delle mura che affacciano sulla strada di fronte alla chiesa.

Il cartellone, riporta una didascalia proprio sopra alla foto con su scritto “Cristina Ponzanelli Sindaco, una di noi, parte di noi. La tua comunità parrocchiale”.

Il gesto del parroco ha fatto subito discutere i cittadini sarzanesi che sui social media hanno condiviso la foto chiedendosi come mai la chiesa si esponga nelle preferenze politiche.

I rapporti tra cristianesimo e politica sono di lunga data. Nel corso degli anni questo rapporto ha trovato un equilibrio, soprattutto giuridico tra chiesa e stato. L’articolo 7 della costituzione riconosce lo Stato e la Chiesa come enti indipendenti e sovrani, sancito con i patti lateranensi, tramite il trattato e il concordato del 1929, rivisto poi nel 1984.

Sebbene Chiesa e Stato siano due enti indipendenti, sempre più spesso si sente parlare di intromissione della chiesa negli affari politici, in particolare su questioni quali l’aborto, l’eutanasia, l’utero in affitto e via dicendo. Ma anche in politica è stato spesso denunciato, l’utilizzo della simbologia cristiana all’interno del parlamento, poiché per legge, lo stato italiano è uno stato laico.

Niente però, nella legislatura italiana che vieti ad un esponente della Chiesa, in quanto cittadino, di esprimere le proprie preferenze politiche. In questo caso, si tratta solo di una questione morale, e molto discussa tra i cittadini sarzanesi.

Da un punto di vista canonico, l’unico limite fissato si trova nel paragrafo 3 del canone 285, che vieta ai chierici l’attiva partecipazione alla politica senza l’autorizzazione del vescovo.

Si tratta di una questione che non prevede vincoli concreti, seppur si parli di un atteggiamento che venne scoraggiato anche dallo scritto di Benedetto XVI, Ai Vescovi del Nordeste 2 Brasile, 17 settembre 2009, che recita “…E’ nella diversità fondamentale tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune che si comprende l’identità specifica dei fede ordinati e dei laici. Per questo è necessario evitare la secolarizzazione dei sacerdoti e la clericalizzazione dei laici. In tale prospettiva, i fedeli laici devono quindi impegnarsi a esprimere nella realtà, anche attraverso l’impegno politico, la visione antropologica e la dottrina sociale della Chiesa.

Diversamente, i sacerdoti devono restare lontani da un coinvolgimento personale nella politica, al fine di favorire l’unità e la comunione di tutti i fedeli e poter così essere un punto di riferimento per tutti. E’ importante far crescere questa consapevolezza nei sacerdoti, nei religiosi e nei fedeli laici, incoraggiando e vegliando affinché ciascuno possa sentirsi motivato ad agire secondo il proprio stato”.

 

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