L'avvio dei lavori nell'ex cava Carlo Alberto, avvenuto nei giorni scorsi, ha sollevato nuove contestazioni da parte degli ambientalisti. Ha commentato nei giorni scorsi il comitato Palmaria sì, Masterplan no: "Assistiamo sbalorditi, ma non sorpresi, a quello che a tutti gli effetti è l'inizio della 'valorizzazione' della Palmaria, con la realizzazione di uno stabilimento balneare proprio in quell'area rinaturalizzata dopo lo scempio del famoso scheletrone".
"Anche se questo progetto non fa parte del Masterplan, non è che un antipasto di quello che sarà il futuro dell'isola, secondo la visione di un'amministrazione che (a neppure un mese dalla sua scadenza) ha appena messo all'asta più di una decina di immobili, tra cui Villa Smith e la ex casermetta, confermando come il patrimonio pubblico abbia valore solo in quanto c'è un imprenditore ad acquistarlo. Con la realizzazione di questo stabilimento la Palmaria inizierà a cambiare volto, diventerà uno dei tanti non luoghi tutti omologati a se stessi e forse allora ci si accorgerà del valore di ciò che si è perduto".
Proprio sulla spinta di questo nuovo impulso, è tornata a circolare nei giorni scorsi la petizione lanciata 4 anni fa su change.org, indirizzata al presidente Giovanni Toti: "L'isola Palmaria, rappresenta uno degli ultimi angoli di natura praticamente integri della costa ligure- si legge nel testo della petizione- Il presidente della Regione Liguria Toti vorrebbe trasformarla in una Capri ligure, facendo sì che gli ambienti dell'isola vengano rovinati da cemento e turismo d'élite. In questo modo i semplici fruitori non avrebbero più la possibilità di godere delle bellezze naturali dell'isola".