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Mutilazioni genitali femminili, alla Spezia un convegno tra orrore e speranza

Sono stati evidenziati gli effetti fisici e psicologici di questa pratica che, fortunatamente, sembra essere in diminuzione.

Si è svolta ieri all’Hotel NH la conferenza organizzata dal Soroptimist Club della Spezia, sul tema delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) ed intitolato “Infanzia Violata”.

Ha partecipato il Prefetto della città Maria Luisa Inversini che, dopo una breve presentazione della presidente del Club Patrizia Rossi, ha precisato quanta importanza rivesta analizzare questa gravissima pratica e quanta cautela sia richiesta per le molteplici implicazioni che presenta.

Era presente il vice Sindaco della Spezia Maria Grazia Frija, deputata, che ha sottolineato che "questo è il millennio delle donne, come è ben rappresentato alla Spezia dalla presenza femminile ai vertici delle Istituzioni: sono donne nella nostra città tre Parlamentari su quattro, il Presidente del Tribunale, il Prefetto, il Questore, il Comandante dei Vigili del Fuoco, il Dirigente del Carcere e tante altre donne rivestono incarichi di primo piano".

Per l’Amministrazione Comunale, erano presenti anche gli Assessori Manuela Gagliardi, deputata, e Giulio Guerri.

Donna deve significare Libertà ed è urgente liberare milioni di donne che nel mondo devono ancora subire la brutale violenza delle mutilazioni genitali femminili.

La relazione della ginecologa Moira Angeloni ha descritto con estrema precisione e chiarezza i diversi metodi di mutilazioni che vengono effettuati sulle bambine, a volta addirittura sulle neonate, avvalendosi anche di immagini molto crude, dalle quali si percepisce quasi fisicamente il dolore terribile inferto con questa pratica e quante e quali siano le gravi conseguenze sulla salute delle vittime, che dureranno per tutta la vita.

Si tratta di una pratica antichissima, che si fa risalire addirittura ad oltre sei mila anni fa. Era praticata nell’antico Egitto, ma in tempi molto più recenti anche in America ed in Europa, conseguenza di antiche usanze culturali e religiose, alle quali l’Islam, al contrario da quanto si possa pensare, è estraneo.

Il trauma, destinato a restare nel corpo e nella mente delle vittime, è stato spiegato perfettamente della psicologa Francesca Giacché, che ha illustrato tutte le implicazioni sociali che comporta non solo essere sottoposte a tale pratica, ma anche sottrarsi ad essa con fughe o negazioni che estromettono per sempre dalla comunità di appartenenza.

Gli effetti psicologici, oltre che fisici, sono enormi e si riacutizzano in occasione del matrimonio, ma soprattutto della gravidanza e del parto.
Proprio nei mesi che precedono e seguono la nascita dei figli, è indispensabile un supporto psicologico, molto difficile da attuare perché si scontra con credenze radicate nelle stesse vittime.

Lo sforzo di tanti Paesi per fare cessare questa barbarie necessita di molta cautela ed attenzione ai singoli casi, ma sta cominciando a dare dei risultati con una significativa diminuzione del fenomeno in esame.

 

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