Un impegnativo lavoro preliminare di indagini e appostamenti ha permesso alla squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di individuare ed irrompere, in una cantina di pertinenza di un appartamento del Favaro che era stata adibita dall’affittuario a serra per la coltivazione di piante di marijuana.
Lo spezzino, poco più che trentenne, già condannato per reati di droga, questa volta aveva inteso fare il “salto di qualità” coltivando in proprio le piante che forniscono il principio stupefacente.
All’atto dell’irruzione è stato scoperto quello che può definirsi un vero e proprio vivaio delle piante proibite, presenti in numero da occupare tutto lo spazio disponibile, ed attrezzato completamente con materiale “professionale”, per garantire la sopravvivenza ed il migliore sviluppo delle infiorescenze.
Questo tipo di piantagione, per prosperare, necessita di un microclima e di particolari fonti di luce: la cantina disponeva infatti di una serra dove erano allocate tutte le piante in vaso, alte e rigogliose, che erano irraggiate e riscaldate da speciali lampade uv adatte allo scopo.
All’interno della serra era collocato anche un termometro per verificare che la temperatura rimanesse costante, così come era presente anche la sostanza che serve per la concimazione della terra di coltura ed un microscopio da utilizzare per controllare che le infiorescenze si sviluppassero nel modo migliore.
Come è noto, il tipo di piante di cui trattasi rilascia un forte e persistente aroma che si espande nell’area circostante anche per una considerevole distanza e, proprio per evitare che all’esterno della cantina questo venisse percepito, il locale era stato attrezzato con un generatore che manteneva ininterrottamente in funzione potenti filtri meccanici che catturavano e trattenevano l’odore.
Ed è anche a seguito della segnalazione del continuo rumore del generatore e dei filtri nonché il costante andirivieni da e per la cantina dell’affittuario, che sono scattati i sospetti della Polizia Locale.
Immediatamente dopo gli Agenti hanno perquisito l’appartamento soprastante occupato dallo spacciatore, rinvenendo al suo interno due bilancini elettronici di precisione e varie bustine di stupefacente pronto per il consumo.
Le piante, così come la serra, i vari materiali, le attrezzature e lo stupefacente rinvenuto, sono stati sottoposti a sequestro penale e sono ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria; le analisi di laboratorio e gli accertamenti tecnici consentiranno di determinare la quantità di principio attivo drogante contenuto dalle piante e, conseguentemente, le potenziali dosi di stupefacente ricavabili che, si presume, dato lo sviluppo ed il numero delle piante, avrebbero reso al pregiudicato un ingente quantità di denaro.
L’uomo, per la coltivazione illegale e non autorizzata della sostanza stupefacente, è stato denunciato d’intesa col Magistrato di Turno ai sensi dell’art. 73 del Testo Unico degli Stupefacenti che per tale grave tipo di reato prevede le pene della reclusione da sei a venti anni e la multa da euro 26.000 a euro 260.000. Dati i precedenti specifici, l’individuo, questa volta, in sede processuale di condanna, potrebbe essere incarcerato per un lungo periodo.