"Tra le città metropolitane Genova si rivela la città del Nord con la Tari più alta con un costo di 371,21 euro, in media, a famiglia. Le amministrazioni locali devono puntare ad una politica degli investimenti nel ciclo integrato dei rifiuti e a rendere maggiormente efficienti i servizi resi al cittadino attraverso scelte che guardino al futuro, questo utilizzando anche le risorse della Next Generation Ue. Diversamente, anche nel 2021 si avrà un aumento. Non è accettabile che, conti alla mano, Genova sia più cara di Bologna di oltre 142 euro, 122 più di Firenze, quasi 70 euro più di Venezia, 48 euro più di Roma capitale, 35 euro più di Milano".
Lo afferma Alfonso Pittaluga, segretario regionale di Uil Liguria che, insieme ad Emanuele Guastavino, presidente di Adoc Liguria, questa mattina ha illustrato nel corso di una conferenza stampa l'andamento della Tari sul territorio regionale.
Tra il 2016 e il 2020 - a livello nazionale - la Tari, la tassa sui rifiuti, ha registrato aumenti medi del 2,4% con punte del 35,1%. Dai dati scaturiti da uno studio della Uil Servizio Lavoro Coesione e Territorio, che ha elaborato i costi in 105 città capoluogo di provincia, lavorando sul campione di famiglie con quattro componenti, un'abitazione di 80 mq e un reddito Isee di 25 mila euro, emerge un territorio che, negli anni, ha fatto pagare nelle città di Genova e Imperia un conto salato ai cittadini. Genova e Imperia hanno registrato, rispettivamente, un più 15,8% e un 3,3%. Un'enormità".
"È indubbio che la nostra regione abbia il livello massimo di tassazione sui servizi pubblici e la Tari non fa eccezione. Lo dimostrano i dati, il livello dei costi dei servizi deve però avere un aiuto indubbio dal comportamento responsabile dei cittadini e purtroppo i liguri su questo versante non sono propriamente virtuosi - commenta Emanuele Guastavino, presidente di Adoc Liguria - Da questo atteggiamento bisogna partire con una campagna di sensibilizzazione sui temi ambientali e sull' economia circolare, la formazione dei cittadini responsabili sui temi dell'ambiente sarà uno dei più grossi impegni per i prossimi anni. Che cosa ci aspetta nel 2021? Nella città metropolitana di Genova un sensibile peggioramento nelle tariffe a causa della cronica insufficienza della raccolta differenziata".
Nell'anno dell'emergenza pandemica la stragrande maggioranza delle città ha scelto di diminuire o lasciare invariate le aliquote Tari, diversamente sono andate le cose a Genova e Imperia.
I dati territoriali
Per quanto riguarda la città metropolitana di Genova, la tassa sui rifiuti nel 2020 è pesata per 371 euro all'anno a famiglia contro la media nazionale di 306,69. Nello specifico, l'andamento percentuale tra il 2016 e il 2020 nelle città metropolitane mostra una Genova che, negli anni, ha aumentato la tariffa di ben 15,8% punti percentuali, contro la media nazionale del 2,4%. Tra il 2019 e il 2020 l'aumento in termini percentuali è di ben 5,7 punti. Nello specifico: nel 2016 la stessa famiglia pagava 320,51 euro; nel 2017 338,21 euro; nel 2018 354,92 euro; nel 2019 351,02 euro; nel 2020 371,21. Una vera crescita esponenziale.
A Imperia va invece la maglia nera delle province della Liguria: nel 2016 le famiglie campione pagavano 332,35 euro; nel 2017 e nel 2018 338,71 euro; nel 2019 391,98 euro nel 2020 404,74 euro; con una differenza percentuale tra il 2016 e il 2020 del 21,08%. Tra il 2019 e il 2020, ovvero in un solo anno, si registra un 3,3 in più.
Migliora l'andamento della Tari alla Spezia: nel 2016 le famiglie campione pagavano 261,58 euro; nel 2017 251,08 euro; nel 2018 249,75 euro; nel 2019 248, 37 euro; nel 2020 248,37 euro con una tendenza che migliora del -5,1%.
Anche a Savona, come nello Spezzino, l'andamento della Tari ha registrato un miglioramento con un – 3,8% dal 2016 al 2020. Nel 2016 la nostra famiglia campione pagava 392,03 euro; 374, 94 nel 2017; 355,66 nel 2018; 377,16 nel 2019 e nel 2020.