Senzatetto al Montagna, non si placano le polemiche delle società sportive e dei frequentatori dell'impianto per il prossimo insediamento dei moduli abitativi (nella foto, l'area interessata già transennata) che dovranno ospitare una ventina di clochard assistiti da Caritas e Comune in vista del rigore climatico invernale, trasferiti dal vicino Villaggio della Cittadella di Don Palei a causa delle esigenze di distanziamento dovute al Coronavirus. Dopo inutili richieste di incontro e di dialogo avanzate al Comune e alla Prefettura, il numero uno provinciale della Fidal Daniele Neri ha deciso di scrivere direttamente al responsabile della Diocesi, il Vescovo, per ribadire tutti i motivi di perplessità legati all'iniziativa umanitaria che poteva essere fatta in altra sede.
Pubblichiamo questo comunicato del signor Daniele Neri, presidente provinciale della FIDAL, perché ci sembra importante far conoscere ai lettori la discussione aperta sulla proposta di utilizzare il Montagna per ospitare i senza fissa dimora. La posizione della FIDAL, rappresentata da Neri, è chiara e vedremo quali saranno gli sviluppi.
Quello che non possiamo non sottolineare della lunga lettera della Fidal è la banale equazione senzatetto uguale persone con "comportamenti poco ortodossi", ripetuta più volte, troppe volte, nella lettera. Crediamo che, soprattutto in questo momento di difficoltà, di tutto abbiamo bisogno meno che di generalizzazioni di questo tipo che non rispecchiano la realtà e non aiutano ad affrontare i problemi con serietà.
Sarebbe come giudicare tutti gli atleti per i comportamenti scorretti di uno o di pochi. Quei comportamenti, in chiunque li compie, vanno condannati e sanzionati ma non possono essere considerati un "marchio" di fabbrica. (G.d.S.)
Ecco il testo integrale della missiva inoltrata a Monsignor Luigi Ernesto Palletti: "Ci scusiamo innanzi tutto di doverci rivolgere a Lei attraverso i media: ci costringono ad informare l'opinione pubblica di quanto sta accadendo le esternazioni sui media di Don Palei che fanno apparire il Comitato Provinciale FIDAL insensibile alle esigenze dei più deboli.
Vorremmo innanzi tutto, anche se ciò riveste un aspetto secondario a quanto di seguito esporremo, renderla edotta della situazione normativa che interessa il Campo Montagna che tanti sembrerebbero dimenticare. La struttura destinata a Centro Sportivo è stata realizzata con un notevole contributo finanziario dal CONI Nazionale sulla base di un protocollo siglato fra il Ministero Difesa e il CONI nel quale fu scritto che non può essere variata la destinazione d'uso dell'impianto sportivo se non per esigenze della Forza Armata strettamente connesse all'attività istituzionale e quindi con destinazione di impianto sportivo è stato incamerato dal Demanio dello Stato.
Non ci risulterebbe che l'Agenzia del Demanio sia intervenuta in questa vicenda anche perché ci sono precluse le informazioni che avremmo voluto apprendere direttamente dal Sindaco e dal Prefetto, che non intendono riceverci e si scaricano reciprocamente la responsabilità della situazione creatasi al campo Montagna.
Siamo quindi rimasti piuttosto perplessi quando abbiamo appreso dalla stampa che una porzione del complesso destinato alla attività sportiva sarà destinato all'accoglienza dei senzatetto. Riteniamo che tale attività sia encomiabile sotto tutti i punti di vista e faccia parte di una attività necessaria in una società che si dimentica spesso dei più deboli, ai quali anche noi come Comitato Provinciale, nel nostro piccolo, abbiamo sempre offerto assistenza per le manifestazioni sportive organizzate dagli Enti che li assistono.
Pensiamo però che lo spazio che le società che gestiscono l'attività giovanile, unico stadio dell'atletica di tutta la provincia spezzina faticosamente acquisito all'utilizzo dell'atletica dopo anni di battaglie, sia da mantenere esclusivamente adibito a tale uso. La commistione infatti con una attività che si rivolge a persone che hanno stili di vita poco ortodossi non è compatibile con gli spazi dedicati alla frequentazione prevalente di bambine e bambini in età formativa (dai 6 anni in su).
Gli educatori, tali infatti sono gli allenatori, cercano attraverso l'attività sportiva di preparare i ragazzi alle avversità della vita. La formazione sportiva verte infatti non sulla ricerca del record o della prestazione sportiva di eccellenza ma partendo dal gioco si formano le capacità necessarie ad un corretto sviluppo delle capacità motorie oltre a far apprendere le regole necessarie ad un approccio mentale corretto per affrontare le piccole avversità quotidiane, lontano dalle facili scorciatoie e dai cattivi esempi che la società fornisce.
Da parte nostra pensiamo che far frequentare un sito, dove saranno sempre presenti persone che hanno stili di vita poco ortodossi, sia un pericolo e non corrisponda ad un corretto iter formativo dei nostri atleti: avranno tempo in seguito, una volta raggiunta una adeguata formazione, di essere messi in vivo contatto con le contraddizioni della società.
Pensiamo inoltre che il "crescere della foresta" debba essere realizzato non piantando gli alberi nel campo coltivato del vicino, che svolge attività formativa, ma prima debba essere realizzato prioritariamente negli ambiti di proprietà di cui la Diocesi risulta ampiamente fornita.
Pensiamo che Sua Eccellenza sia stata mal consigliata anche in relazione alla disponibilità di aree presenti nella Cittadella della Caritas di cui alleghiamo, per spirito di fattiva collaborazione, un possibile posizionamento dei moduli per i senzatetto che risolverebbe in maniera ancora più funzionale le esigenze logistiche che sono state di recente palesate.
Chiediamo quindi che sia doveroso, anche alla luce di un recente episodio verificatosi durante i lavori di allestimento, un ripensamento da parte della Diocesi per non esporre i minori a possibili pericoli dovuti alla frequentazione del campo Montagna di persone con stili di vita poco ortodossi che risultano anche non controllabili in relazione alla logistica dei luoghi.
Infine vogliamo evidenziare che le recenti continue pubblicità che don Palei fa della sua azione di sostegno ai più deboli siano il segno della consapevolezza di una scelta infelice che fra l'altro sembrerebbe realizzata in deroga alla destinazione demaniale del fabbricato.
Noi dell'atletica che siamo dipinti come "i cattivi" che ostacolano il bene non siamo adusi ad esternazioni, però Eccellenza ci lasci dire una cosa: noi siamo più vicini all'insegnamento di un grande atleta toscano "giusto fra le nazioni", che ha onorato il nostro paese con la sua vita e le sue imprese sportive, che ci ha insegnato che il bene si fa e non si dice".