Una mobilitazione in tutta Italia, quella di oggi, 21 ottobre, e che vede i sindacati uniti a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale dei settori pulizie, servizi integrati e multiservizi.
La questione, che a livello nazionale vede oltre 600 mila lavoratori attendere il rinnovo del contratto nazionale da oltre 7 anni, alla Spezia ha ripercussioni su almeno 3000 persone. In ottemperanza alle nuove ordinanze anti-covid, la manifestazione prevista per oggi pomeriggio in piazza Europa è stata annullata, ma i sindacati hanno incontrato la stampa in concomitanza con una manifestazione unitaria a Roma in Piazza Barberini organizzata dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti.
Durante la conferenza stampa i sindacati hanno spiegato come l’atteggiamento dilatorio di Anip Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Unionservizi Confapi abbiamo portato ad interrompere le trattative.
"Stiamo vivendo una situazione delicata che coinvolge almeno 3000 persone alla Spezia- ha spiegato Luca Comiti (Filcams CGIL)- Al di là delle semplici pulizie ci sono moltissime realtà che applicano questo contratto, particolare e che ha bisogno di una fondamentale rivisitazione. Da sette anni non viene messa mano soprattutto guardando all'articolo 4 che riguarda il cambio di appalto. Si tratta di un settore particolarmente delicato e ad aprile scorso era stata aperta una discussione purtroppo interrotta a settembre. Deve esserci un cambio di passo, perchè non possiamo accettare un rinnovo di contratto al ribasso".
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti ribadiscono quindi l’urgenza di ridefinire trattamenti economici e normativi per i lavoratori che sono stati in prima linea durante la fase più critica dell'emergenza sanitaria e che, anche in questa seconda ondata ormai conclamata, sono in prima linea, svolgendo lavori di pulizia e igienizzazione, garantendo la sanificazione e l’accessibilità di ospedali, scuole, uffici pubblici e privati, fabbriche e mezzi di trasporto, ma non solo, come ha aggiunto Mirko Talamone (Fisascast Cisl): "Tra questi lavoratori rientrano anche quelli che svolgono attività di portierato e che in questo periodo operano un ruolo importante di filtraggio all'ingresso. La riapertura del tavolo c'è stata ad aprile proprio guardando quei lavoratori attivi negli ospedali e nelle strutture a rischio, ma la parte datoriale ha disatteso le aspettative ribadendo posizioni per noi inaccettabili".
"Stiamo parlando di lavoratori massacrati in questi anni: basta guardare alle gare sul nostro territorio. Le risorse economiche sono state tagliate e la situazione ora è intollerabile. In questo settore le gare vengono fatte guardando alla migliore offerta economica a dispetto del progetto tecnico, questo significa una riduzione di orario per questi lavoratori. Le tabelle ministeriali per le gare di appalto determinano il costo orario dei lavoratori, ma spesso non rispecchiano la realtà. Il settore è soggetto a molti cambi di appalto quindi sull'articolo 4 non possiamo transigere. Vogliamo la riapertura del tavolo e senza una risposta adeguata delle controparti sarà inevitabile uno sciopero nazionale", ha concluso Marco Furletti (Uiltrasporti).