Buongiorno Egregi/e,
siamo i genitori dei bambini che frequentano l'asilo nido "il Bruco Birichino" del Favaro della Spezia. Scriviamo a voi tutti, dopo aver con grande rammarico appreso della nuova ordinanza regionale n. 60 dello scorso sabato, con cui viene stabilita la chiusura anche degli asili nido privati.
La notizia ci ha lasciati delusi sia per la metodologia ormai consolidata di far transitare ufficialmente le notizie con il mezzo dei social media attraverso una condivisione distaccata e fredda , sia soprattutto nelle tempistiche della decisione avvenuta con meno di 48 ore in maniera coercitiva dimostrando ancora per l'ennesima volta un disinteresse nei confronti delle famiglie, ma fatto ancor più grave dei nostri figli, vere vittime di un vero circo nato dove gli interessi elettorali prevaricano i principi del loro diritto all'infanzia.
Sappiamo che l'anno che ci vede affrontare come collettività non sarà facile nella gestione e siamo consapevoli che il rischio zero non esiste, tuttavia il giorno 1 settembre, quando i nostri bimbi dopo 7 mesi sono tornati al nido, eravamo pieni di fiducia grazie al lavoro eccelso delle Tate, uniche capaci di rassicurarci in un momento in cui l'allarmismo ed il caos già regnava sovrano, attraverso la loro professionalità, attenzione e sensibilità, custodendo i nostri figli come fossero i loro.
Per questo oggi chiediamo il perché di questa decisione in quanto si parla di strutture private dove operano persone che si sono prodigate in un reale lavoro non svolto dalle istituzioni. Avremmo avuto piacere di vedere una reale prevenzione nei giorni di agosto invece che arrivare ad oggi con misure che privano i nostri bambini e bambine di un luogo privilegiato, espressione delle potenzialità cognitive, affettive, capace di rispondere ai bisogni sociali nei compiti educativi, soprattutto sicuro e che consente inoltre a noi genitori di tutelare il nostro diritto al lavoro.
I nostri figli erano felici di tornare finalmente alla normalità, e noi altrettanto.
Ed invece come di consuetudine, nel flipper delle colpe e dei comunicati stampa, veniamo a conoscenza nella serata di sabato attraverso le pagine Social della chiusura a partire da lunedì, ossia con meno di 48 ore di avviso e con la sola domenica davanti. Secondo Voi come possiamo organizzare la nostra vita considerando gli impegni professionali? Come potete lontanamente pensare che non vi siano problemi conseguenti a queste decisioni, soli nello stress che ci viene gettato addosso senza alcuna soluzione?
Perché una società che si vuol considerare tale se prende decisioni forti garantisce anche soluzioni non solo problemi.
Se poi pensiamo che tutto questo sia frutto di una mancata prevenzione, fotografata molto bene davanti al Jolly Hotel o nella notte dei festeggiamenti, comprenderete più che mai il nostro rammarico e come mai ci sentiamo scoraggiati ed amareggiati soprattutto dal fatto che tutti siano saliti sul carro dei vincitori per meri scopi elettorali, facendo scendere nella gerarchia sociale la tutela dei nostri figli. I principi dei diritti all'infanzia sono stati lesi e immolati in nome del grande consenso. Come se non bastasse oggi leggiamo e vediamo crescere questo circo fatto di rimbalzi di colpe senza assunzione di responsabilità, costruito con una politica di privazione che disattende i diritti all'infanzia dei nostri figli e del lavoro a noi tutti genitori.
Oggi vi chiediamo di lasciare da parte le campagne elettorali, di valutare realmente cosa sia più giusto fare in una società che vede la salute, l'istruzione ed il lavoro pilastri fondamentali su cui far crescere i nostri figli.
La prima ce la siamo venduti in cambio di voto la notte del 20 agosto, non abbandonate gli altri diritti pilastri fondamentali di una società che si vuol ritenere tale nel nome dei nostri figli e fate sì che possano essere custoditi da chi, come le nostre Tate, fa come fossero i loro, con la stessa attenzione che una madre e padre gli rivolgono. Pensate cosa sia più giusto per loro, come fanno al "Bruco Birichino". Oggi avete questa responsabilità nei confronti di piccoli che non hanno ancora 3 anni e nostra, onesti lavoratori che chiedono di poter lavorare, non doversi licenziare o per assurdo doversi affidare ad una babysitter esterna che risulta soluzione ancor meno sicura proprio dell'asilo o, per chi ne abbia la fortuna di averli ancora vivi , ai nonni, proprio coloro che sono i più fragili e che devono essere tutelati ancor di più perché spesso over 65 anni.
Noi, vittime di una malagestione che vede il generalismo principio ormai con cui si scrivono le ordinanze, consapevoli delle problematiche che quest'anno potrebbero esserci, Vi chiediamo di affrontare la cosa con estremo senso di responsabilità.
Oggi ci sentiamo abbandonati. Fate sì che i nostri bimbi possano vivere nella maniera più serena, permettete loro di entrare in quel luogo perché sicuramente lo riteniamo molto più sicuro di altri luoghi dove magari sono consentite manifestazioni a scopo elettorale, noi di certo così lo consideriamo, coinvolti dalle Tate del Bruco in un principio caposaldo della collettività ossia la salute e sicurezza attraverso il fare, non la chiusura. Pensiamo alla cura con cui le abbiamo scelte, alla cura con cui loro hanno accolto i nostri figli, alla cura che hanno messo in campo per tutelarli tutti senza far mancare mai affetto, presenza, allegria, amore.
Pensiamo che se ci fosse un decimo del senso di accudimento, di responsabilità, intraprendenza e dedizione che queste donne mettono nel loro lavoro, questo mondo, con o senza pandemia sarebbe migliore, perché il problema non è più solo il Covid.
Ci accingiamo a concludere con un quesito, ossia se le Istituzioni locali hanno messo mai in preventivo anche un parziale rimborso della retta già pagata per un servizio che non ci può essere fornito a fronte di loro decisioni, considerando che proprio per questo servizio privato non fruito siamo obbligati a dover far fronte o fruendo di giorni non retribuiti o dovendo chiudere la nostra attività o dovendo rivolgerci a terzi con un ulteriore esborso economico.
Aspetteremo il 24 settembre, confidenti che queste poche persone che vi scrivono siano attenzionate finalmente e non lasciate sole come avete fatto ancora sabato. Aspetteremo ancora una volta senza che ci sia dato sostegno da parte della politica locale e regionale, incapace di comprendere le difficoltà dei bimbi e delle famiglie. Sperando che la nostra speranza sia ascoltata anche dai nostri datori di lavoro, e a non dovervi scrivere nuovamente per ringraziarvi anche per essere stati licenziati oppure perché le nostre attività abbiano abbassato le saracinesche come avete fatto Voi con quelle del Bruco.
L'occasione è gradita per porgere i nostri più distinti saluti,
I genitori dei bimbi del "Bruco Birichino"