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Nidi privati, le insegnanti in rivolta: “Rischiamo la chiusura definitiva” In evidenza

Sit-in di protesta sotto il Comune. Bocciata la richiesta di riapertura. Ma i centri estivi, non citati nell’ordinanza regionale, possono restare aperti.

Il Comune ha bocciato la richiesta degli insegnanti degli asili nido privati 0-3 anni di poter riaprire le strutture prima del 24 settembre.

Gli insegnanti si sono ritrovati stamattina sotto il municipio per un sit-in di protesta, dopo che le restrizioni imposte dall’ordinanza della Regione sono state “allargate” anche alle strutture educative private della Spezia.

“Questa volta rischiamo davvero di chiudere definitivamente – hanno spiegato le insegnanti – Troviamo assurdo di dover restare chiusi mentre altri asili nido vicini, che però ricadono in altri comuni, restano invece regolarmente aperti. Inizialmente l’ordinanza regionale ci escludeva, poi il sindaco Peracchini ha chiesto la chiusura anche delle nostre strutture. Ma ora ci stiamo rimettendo economicamente, rischiando di perdere il nostro lavoro, per una situazione sanitaria che di certo non dipende da noi”.

Le insegnanti hanno anche chiesto un supporto economico nel corso dell’incontro che stamattina hanno avuto in Comune con l’assessore ai servizi educativi Giulia Giorgi e il dirigente Massimiliano Curletto. In più si sono rese disponibili ad attuare protocolli di sicurezza ancora più restrittivi rispetto a quelli che hanno già messo in campo a loro spese. In ballo alla Spezia ci sono una quindicina di strutture private, già rimaste chiuse dal 23 febbraio a fine maggio, che accolgono i bambini di circa 200 famiglie.

Tra le righe dell’ordinanza regionale spunta anche un controsenso tutto italiano: il provvedimento infatti non cita i centri estivi, che di conseguenza possono restare regolarmente aperti ed accogliere i bambini. La norma, quindi, potrebbe essere agilmente “aggirata” riaprendo le strutture come centri estivi, nel caso si disponga dell'autorizzazione. “Non lo faremo per senso di responsabilità, ma è un paradosso”, sottolineano le insegnanti.

Ultimo problema, non per importanza, quello delle rette già pagate dalle famiglie, che ora non potranno usufruire a pieno del servizio. “Da chi verranno rimborsate?”, chiedono a gran voce le insegnanti.

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