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In piazza del Bastione la veglia "Restiamo liberi" contro la legge Zan

"Una legge inutile e pericolosa"

"Sessanta persone hanno partecipato stamane in Piazzetta del Bastione alla veglia silenziosa “Restiamo liberi”, testimonianza pubblica per la verità sull’uomo e la donna e contro la legge Zan sulla cosiddetta “omotransfobia”. Molta gente si è fermata, interrogata da un popolo ordinato e pacifico, il cui silenzio scuote più di ogni parola. Insieme a Spezia, in questi giorni, vegliano per la libertà cento piazze in tutt’Italia.
«Nel pieno di una crisi economica e sociale senza precedenti – ha detto il portavoce nel discorso iniziale -, con milioni di famiglie ed imprese in enorme difficoltà, in Parlamento c’è chi ritiene urgente far approvare una legge sulla cosiddetta omo¬transfobia. Il testo è stato depositato il 30 giugno e porta la firma del deputato del Pd Alessandro Zan.

E’ una legge del tutto ingannevole, poiché si presenta come necessaria per punire le violenze nei confronti di persone con attrazione per lo stesso sesso, ma chiunque sa che ogni violenza è già punita dal nostro ordinamento giuridico. Ed esistono anche le aggravanti da applicare ove necessarie. Una legge inutile, quindi. Ma soprattutto pericolosa perché mira a istituire un nuovo reato, quello di omo¬transfobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno chiunque esprimerà un pensiero non allineato al mainstream.

In caso di approvazione del testo sarà possibile per chi gestisce una palestra, vietare l’accesso agli spogliatoi per donne a maschi cosiddetti transgender che si “sentono donne”? Sarà possibile, in una gara femminile, escludere un cosiddetto transgender maschio? Potrà un genitore evitare che il figlio partecipi ad attività scolastiche organizzate da realtà lgbt? Un sacerdote potrà citare pubblicamente la dottrina cristiana sul matrimonio e sulla sessualità, e insegnarla? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alle adozioni cosiddette omo-genitoriali? Sarà ancora possibile contestare una legge, come quella sulle unioni civili, senza rischiare di essere denunciati? Per tutte queste domande il ddl sulla omotransfobia ha una sola risposta: no.

Già ora sono pesantissime le conseguenze di chi si oppone al pensiero mainstream

• Kelvin Cochran, cristiano evangelico, pompiere che si è distinto per le sue capacita di gestione per l’uragano Katrina, nominato da Obama capo della sezione Vigili del fuoco all’interno del Dipartimento di sicurezza nazionale e successivamente capo dipartimento della città di Atlanta, è stato licenziato per aver scritto un libro nel quale citava l’insegnamento cristiano sulla sessualità.

• In Germania due genitori sono stati arrestati per essersi rifiutati di mandare la figlia alle lezioni di educazione sessuale a scuola. A Brema è stato incriminato un pastore evangelico per ‘incitamento all’odio’ per aver espresso giudizi negativi sul matrimonio omosessuale, secondo la dottrina della sua chiesa

• In Polonia un dipendente Ikea è stato licenziato per essersi rifiutato di partecipare alla giornata sull’omofobia in virtù del suo credo religioso.
Sono solo alcuni dei tantissimi esempi. E in caso di condanna, ila legge Zan prevede la rieducazione del cosiddetto omotransfobico, che deve essere rieducato per pensare esattamente come il mainstream.
Di fatto, con questa legge, dire la verità sulla natura dell’uomo diventerà reato. Non siamo ingenui. La minaccia del carcere per chi dice che ogni bambino ha diritto di crescere in una famiglia con padre e madre apre la strada al sopruso, specie sui più deboli. Ci si potrà opporre al metodo Bibbiano, oppure esso diventerà sistematico? Se si calpesta la verità, niente è più oggettivo, tutto diventa arbitrario, quindi soggetto alla legge del più forte. In un tempo in cui il potere si accentra sempre più nelle mani di pochi, l’istituzione del reato di opinione è un passo ulteriore verso la censura del dissenso, di qualsiasi dissenso".

Testo di Francesco Bellotti 

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