Il virus si è portato via anche Andrea Gianella. Aveva qualche anno in più di me, nella vita l’ho incrociato tardi: grazie al comune impegno per la pace in Medio Oriente, con l’Associazione Culturale Mediterraneo. Il comune amico Pino Lena lo ricorda come “una persona amabile: sobria, rigorosa, colta, viva di intelligenza e sensibilità; con un particolare interesse solidale”.
Nell’intervista per il libro “Un mondo nuovo, una speranza appena nata”, insistette sul fatto che il cambiamento doveva essere sempre personale. Nel primo Volume dice:
“La mia scelta di impegnarmi a sinistra non derivò da una tradizione familiare ma da una maturazione personale, fondata sulle letture e sulla musica”. La cultura di cui scrive Lena. Nel secondo Volume, di prossima uscita, dice:
“Non abbiamo realizzato le speranze che avevamo. Non siamo riusciti a cambiare il mondo e forse neanche la nostra realtà personale. Ma le idee di allora sono sempre valide... Rivendico una coerenza, pur negli errori”. Il rigore di cui scrive Lena.
Emerge la coerenza di un impegno: nella Lega dei comunisti fino a Rifondazione, e nella CGIL. Nel segno dell’antifascismo: da una denuncia a Pisa per aver affisso, giovane studente, un manifesto sulla Resistenza, fino alla militanza in Archivi della Resistenza. E nel segno della grande passione della sua vita: la sanità pubblica e universalistica. Tanti, in Val di Magra, non dimenticheranno la grande cura con cui formava gli allievi infermieri.
La morte di Andrea suscita una riflessione. Il Covid-19 sta sterminando la sua generazione. Quella che, pur negli errori, è stata decisiva per la costruzione sociale, civile e culturale del Paese. “Non abbiamo realizzato le speranze”, diceva Andrea. Il leit motiv degli operai che ho intervistato è stato questo: “Quanti scioperi, quante lotte... Ma ora il mondo è dominato dal denaro”.
Caro Andrea, una società che ha colpito i diritti dei giovani dando la colpa a quelli come te, i “pensionati privilegiati”, forse ora riscopre le idee della tua gioventù. Tornano le divisioni sociali, tra ricchi e poveri, e la solidarietà e l’eguaglianza riconquistano la ribalta. La tua generazione sta pagando con migliaia di morti l’attacco alla sanità pubblica. Ma ritornano a circolare le idee per cui vi siete battuti e per cui bisognerà riprendere a lottare. Coloro che ce l’avranno fatta -mi auguro che siano il più possibile- in fondo torneranno giovani e si impegneranno insieme ai giovani di oggi in questa lotta. Tenendovi nel cuore.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
(Foto: FB Archivi della Resistenza)