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Le città al tempo del Coronavirus: il reportage (Photogallery) In evidenza

di Alessio Boi - La seconda parte dell'approfondimento fotografico: questa volta le immagini del centro storico di Castelnuovo Magra, le vie di Luni e le grandi strade di Vezzano e Arcola.

C'è solo un po' di vento a disturbare queste giornate limpide, soleggiate e calde. L'aria primaverile si incanala nelle vie strette del borgo di Castelnuovo Magra, deserte al tempo del Coronavirus.

In una mattina della settimana non si aggira quasi nessuno: giusto chi sta andando o rientrando dal comprare qualcosa da mangiare nei piccoli alimentari, poi il vuoto. La brezza della stagione dei fiori non sa a chi scombinare i capelli, quindi sbatte da una parte all'altra delle case che delimitano le arterie castelnovesi, scuotendo tricolori, lenzuola su cui sono disegnati arcobaleni, i tag ormai virali "Andrà tutto bene" o "Ce la faremo" e messaggi di speranza attaccati ai balconi o alle finestre dei cittadini.

Stessa cosa tra Molicciara, Colombiera e le vie della vicina Luni: bandiere e striscioni sono ormai parte integrante della nostra routine da più di un mese a questa parte e vederle sventolare alla luce del giorno è ormai normalità, quella che il Covid-19 ci ha stravolto in un batter d'occhio. Inoltre, probabilmente, farà strano non notarle una volta passato tutto.

Qualche numero più incoraggiante dalle conferenze stampa della Protezione Civile Nazionale e della Regione Liguria hanno, forse, riacceso qualche buon umore nella vallata, in quanto si incomincia a intravedere qualche macchina in più nelle grandi strade deserte, ma sempre in numero molto limitato: nessuno vorrebbe mai vanificare gli sforzi fatti e rivivere un'altro lockdown, nella speranza che, passata la Pasqua si riapra almeno qualche azienda.

Nelle foto che costituiscono la parte centrale di questo reportage, infatti, rimangono desolate le principali vie perennemente affollate a qualsiasi ora del giorno, da Ressora di Arcola, passando per Vezzano, fino a giungere alla Ripa, completamente vuota.

Una delle strade principali che collega la Val di Magra alla Val di Vara non ha macchine in coda ad attendere il verde in un tardo pomeriggio infrasettimanale. La Ripa in queste condizioni la ricordiamo soltanto il giorno dell'inaugurazione della galleria paramassi, ma dopo la riapertura nei primi dieci giorni di ottobre dell'anno scorso è tornata al suo abituale traffico.

Sono immagini a cui ancora oggi facciamo fatica ad abituarci e che suscitano sentimenti di sgomento e di impressione, o meglio, di sublimità: andando oltre al semplice significato di questo termine, il sublime è descritto in letteratura e in filosofia come il bello che però spaventa, il piacere che si prova osservando la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva, o ancora, la contemplazione di un qualcosa di incantevole ma ostile o insuperabile... quando riusciremo a tornare alla nostra normalità?

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