"Siamo gli studenti e le studentesse che negli ultimi anni hanno imparato a vivere le scuole col capo chino. Quando intorno a noi la politica populista faceva a gara per il potere, dimenticandosi dei comparti essenziali per la società moderna, come scuola, lavoro, sanità e ambiente.
Negli ultimi anni siamo stati l'enorme cavia per sperimentare le peggio riforme sull'istruzione tentando di uniformare scuole, studenti e studentesse senza valorizzare le nostre capacità e le nostre specialità, pretendendo di averci tutti uguali fatti da uno stampino; per non parlare del fatto che siamo stati anche la banca (che ora è sul tracollo) per finanziare tutte le promesse elettorali dei politici e dei governi di turno.
È evidente come la scuola abbia pagato a caro prezzo dal 2008 ad oggi, in ogni ordine istituzionale, non solo il peso della crisi, ma anche dell'inadeguatezza della classe politica che ci ha governati. Ed è per questo che come sindacato studentesco, l'Unione degli studenti della Spezia, il 21 febbraio alle 9.30 sarà nelle strade per un corteo che attraverserà la città partendo da Piazza Brin per chiedere un cambio di rotta netto alle politiche di ogni livello istituzionale in tutto ciò che riguarda i giovani.
Scenderemo in piazza per l'edilizia scolastica: in questi mesi abbiamo visto come la situazione dell'edilizia scolastica sia sempre meno importante per le istituzioni nazionali, servirebbe qualche miliardo di euro per risanare sotto tutti gli aspetti gli edifici scolastici italiani e a La Spezia la situazione di certo non è delle migliori. Nonostante gli interventi della Provincia l'avere scuole a norma pare ancora un lontano miraggio, ed è per questo motivo che abbiamo deciso di costruire un report in cui segnalare all'organo tutte le criticità principali che abbiamo riscontrato. Non possiamo più accettare che le nostre scuole si allaghino per un banale temporale, non possiamo accettare di avere controsoffitti che crollano o peggio ancora finestre rotte che mettono a repentaglio la nostra sicurezza. La scuola è il luogo in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo e per noi scuola sicura significa avere la sicurezza che il soffitto non ci crolli in testa, e di certo non avere telecamere puntate e cani antidroga all'ingresso.
Scenderemo in piazza per la spesa scolastica: ogni anno a testa spendiamo tra i 500 e i 600 euro per i libri di testo i cui contenuti non variano da edizione a edizione senza contare le spese per i materiali scolastici che fanno quasi raddoppiare la spesa per gli studenti e le studentesse. Per non parlare del contributo scolastico che ogni anno, seppur sia volontario, rappresenta una spesa per le famiglie, necessaria alle scuole per permetterci un'istruzione di qualità. Non siamo più disposti a pagare di tasca nostra questi soldi, se potessimo ci saremmo già tutte e tutti iscritti a scuole private! Vi è un altro problema legato alla posizione geografica della nostra provincia: le borse di studio. Ci sono centinaia di studenti e studentesse che in un territorio estremo -in senso geografico- come il nostro vengono da fuori regione e tutti questi studenti non hanno il diritto di accedere alle borse di studio regionali liguri, pur frequentando le scuole qui, è o non è un elemento di frammentazione sociale questo? Crea oppure no divisioni e preferenze?
Scenderemo in piazza anche per i trasporti pubblici: nella nostra provincia la spesa per i trasporti pubblici è esorbitante. Immaginiamo una famiglia con più 3 figli che abiti in centro città, la spesa per gli abbonamenti ai mezzi ammonterebbe a 99 euro circa, per non parlare di chi vive fuori, con 25 km da percorrere la spesa per l'abbonamento è di quasi 40 euro. È evidente che anche questo sia un tema molto frammentario, anche solo per il fatto che i mezzi che abbiamo a disposizione sono vetusti e scomodi, anche a livello di efficienza e di rispetto per l'ambiente! Siamo fortemente convinti che si possa parlare di diritto allo studio vero e tangibile, quando anche andare a scuola non diventa una spesa, che a queste cifre per famiglie in difficoltà può essere esorbitante. Ci mobiliteremo per riuscire ad avere una trattativa con lo Stato e gli enti pubblici affinché vengano investite risorse anche in questo settore strettamente collegato alla questione ambientale, economica e sociale delle nostre città. Un trasporto efficiente e di qualità favorisce la vita di tutte e tutti i cittadini sotto ogni aspetto.
Vogliamo un cambio sostanziale anche per quel che riguarda i PCTO (ex alternanza scuola lavoro), i fatti di cronaca di Genola, dove uno studente è rimasto schiacciato sotto un cancello durante l'alternanza scuola lavoro, rappresentano sicuramente un problema sostanziale nell'istruzione nazionale. Chiediamo che questi percorsi non ci formino per essere adattabili alle esigenze del mercato, bensì vogliamo una formazione che ci permetta di intervenire attivamente nella salvaguardia del nostro pianeta e soprattutto ad esprimere al meglio le nostre capacità e specialità, rifiutiamo con forza ogni misura per cui gli studenti e le studentesse sono oggetto di chi detiene ricchezza nel paese.
Viviamo in una città in cui studenti e studentesse non hanno spazio! Abbiamo circa 1000 posti fra biblioteche e spazi di studio a disposizione è evidente che tutto ciò non basti, considerando che gli studenti medi nella nostra città sono circa 9 mila e sommandoci tutti gli studenti universitari che a causa della difficoltà economica a trasferirsi, fanno i pendolari. Siamo veramente sicuri che una città senza spazi di studio sia un vantaggio per il futuro non solo cittadino?
Esistono in città spazi e occasioni in cui i giovani possano esprimere al meglio le loro capacità e le loro migliori qualità?
Non ci stiamo più ad accettare in silenzio una realtà cittadina che pensi sempre di più a nutrire paure e populismi non occupandosi della sicurezza reale della cittadinanza che può venire fuori solamente alimentando cultura e momenti di collettività!
Ed infine la causa principale di tutti i problemi che abbiamo elencato precedentemente: il definanziamento della scuola pubblica. Veniamo da 12 anni di tagli al comparto scuola, a differenza degli altri paesi europei l'Italia non ritiene la scuola un investimento indispensabile sul futuro. Prima la legge Gelmini del 2008 con i suo in 8 miliardi di tagli alla scuola, all'università e alla ricerca; nel 2014 la buona scuola targata Fedeli, con altri definanziamenti e l'introduzione dell'alternanza scuola lavoro. Dulcis in fundus il non finanziamento nella legge di Bilancio del governo Conte e Conte bis che ha preceduto le dimissioni del ministro Fioramonti. È evidente che senza un piano concreto di grandi investimenti su scuola università e ricerca, il nostro paese non avrà mai uno sviluppo serio ed efficace, o si riparte da noi o non si riparte affatto!
È per questo che invitiamo tutte e tutti gli studenti spezzini e chiunque abbia interesse nel vedere la scuola pubblica cambiare alla nostra mobilitazione che attraverserà la città venerdì 21 febbraio. L'appuntamento è in piazza Brin alle 9.30!".
Unione degli studenti La Spezia