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Vertenza OSS, opposizioni unite verso la società in house: “La Corte dei Conti non ha detto NO” In evidenza

di Elena Voltolini - Sottolineano che l'attenzione deve essere posta alla sua configurazione. Non chiudono, però, ad altre soluzioni, se la Regione le individuasse in tempi brevi.

"Quello della Corte dei Conti è un parere non parere che di fatto non chiude a priori alla società in house nella quale fare confluire i lavoratori di Coopservice, anche se raccomanda di porre attenzione al modo in cui si configurerà la società stessa".

E' la lettura della deliberazione della Corte dei Conti data, parere alla mano anche dagli avvocati Marco Grondacci e Piero Sommovigo, dalle forze di opposizione nel Consiglio comunale spezzino, affiancate dai Consiglieri regionali Juri Michelucci (Italia Viva) e Francesco Battistini (Italia in Comune – Linea Condivisa) e da Paolo Putrino (Articolo Uno).

Questa mattina, nel corso della conferenza stampa convocata congiuntamente per fare il punto sulla vertenza dei 158 OSS di Coopservice che rischiano di perdere il posto di lavoro, le opposizioni in Comune della Spezia e in Regione hanno ribadito la propria posizione, che non cambia alla luce del parere della Corte dei Conti.

“Non è un vero e proprio parere – afferma il Consigliere regionale Francesco Battistini – La Corte dei Conti parla di una richiesta di parere non ammissibile, anzi improcedibile. Questo perchè la richiesta di parere avanzata dalla Regione risale all'11 dicembre 2019, è quindi antecedente al 27 dicembre, quando la Regione ha approvato un ordine del giorno della maggioranza che consente alle aziende socio-sanitarie liguri di creare società in house anche per servizi come quelli forniti dagli OSS – Operatori Socio Sanitari”.

La richiesta di parere, insomma, è arrivata a decisione presa, come sottolineato nella delibera: “Con l'art.31 della legge regionale del 27 dicembre 2019 n.31, la Regione Liguria ha concretamente disciplinato la questione oggetto della richiesta di parere, non potendo quindi più ravvisarsi alcun interesse dell'Ente richiedente all'attività di orientamento tipica della funzione consultiva intestata alla Corte dei Conti”.

“Dalla Corte dei Conti – aggiunge Battistini – non arriva quindi un vero e proprio parere, ma semmai una bacchettata alla Regione”.

Dal pronunciamento, comunque, emergono i “rischi” cui può andare incontro la costituzione della società in house e quindi l'attenzione necessaria alle modalità di costituzione e alla configurazione della società stessa.

E' ancora Battistini a spiegare perchè: “L'articolo 97 della Costituzione indica che per entrare nel pubblico serve vincere un concorso pubblico. Noi, però, da qui siamo partiti, non abbiamo certo ignorato questo articolo, ma lo abbiamo considerato all'interno di un altro principio, quello della garanzia di continuità occupazionale”.

Le opposizioni, quindi, sono compatte e decise a chiedere che si proceda nella direzione della società in house, ma non chiudono ad altre, eventuali, proposte risolutive della vertenza che la Regione fosse in grado di mettere sul tavolo. Un tavolo, tra l'altro, quello tecnico nel quale discutere il percorso da attuare, che chiedono venga riattivato subito.

“Non vogliamo né fare né che sia fatta campagna elettorale sulla questione OSS – ribadisce il Consigliere regionale di Italia Viva Juri Michelucci – vogliamo difendere il futuro di 158 lavoratori e vogliamo che venga fatto subito, si è atteso davvero troppo. Noi continueremo ad incalzare la Regione, secondo noi la società in house è la strada da portare avanti, ma non poniamo limiti e vincoli, se la Regione ha soluzioni alternative le dica e siamo pronti a discuterne”.

Un'altra questione che i due consiglieri regionali mettono sul tavolo è quella del numero degli OSS: “Vogliamo che questi 158 lavoratori vengano internalizzati e chiediamo anche nuove assunzioni. La ASL5 è sotto organico ed è chiaro in sé, ma diventa lampante se confrontiamo i numeri con quelli delle altre ASL liguri”.

I numeri li snocciala Francesco Battistini : “In ASL 1, quella imperiese, ci sono 218 mila abitanti e 295 OSS; in ASL 5 219 mila abitanti e 59 OSS interni (ora probabilmente anche meno) cui aggiungere i 158 di Coopservice, per un totale di 217. Nettamente meno che in ASL1. Chediamo, quindi, anche nuove assunzioni”.

Sebbene la questione sanitaria sia di compentenza regionale, i rappresentanti delle opposizioni nel Consiglio comunale spezzino sostengono che l'amministrazione avrebbe dovuto e dovrebbe avere un ruolo di pungolo, invece tergiversa.

"La precezione è che la vicenda non si voglia affrontare ora - afferma il Consigliere del PD Marco Raffaelli - ma si voglia ulteriormente rimandare fino ad andare dopo le elezioni regionali. Noi, invece, vogliamo che si affronti subito e in fretta, già troppo tempo si è perso".

Sulla stessa linea Federica Pecunia (Italia Viva): "Questa è una battaglia che è partita due anni fa, ma sinora si è fatto davvero troppo poco, anche qui alla Spezia. La maggioranza non ha mai realmente affrontato la questione. Una questione che è tutta politica e per interesse ora si chiama in causa il Governo nazionale. Ora va di moda fare così e per tutte le questioni sulle quali è la Regione a dover prendere una decisione, si cerca invece di dare la colpa al Governo. Ribadisco che il tema sanità è di copetenza regionale".

Chiosa Guido Melley (LeAli a Spezia): "Terremo alta l'attenzione sulla questione affinchè si proceda subito".

E conclude: "La delibera della Corte dei Conti è datata 30 gennaio, spero che non solo a livello locale, ma neanche a livello Regionale, se ne fosse a conoscenza prima del Consiglio comunale durante il quale abbiamo parlato della questione. Altrimenti sarebbe molto grave".

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