"Dopo anni di proteste e di esposti alla magistratura ancora venerdì scorso 20 dicembre un’altra giornata infernale per i cittadini del quartiere del Canaletto causata dal suono assordante dei clacson dei mezzi pesanti in transito dentro il porto e azionati dai camionisti forse per protesta o per altro.
Ormai non se ne può più e qualcuno pensa di fare, come si suol dire, le nozze coi fichi secchi senza rispettare le leggi sull’inquinamento acustico con anni di complicità delle istituzioni responsabili della salute dei cittadini e dei controlli preventivi subendo il solito ricatto del conflitto lavoro-ambiente-salute.
Il risultato dopo anni è che si assiste ad uno scaricabarile sulla pelle di migliaia e migliaia di cittadini residenti nei quartieri adiacenti ad un porto commerciale, unico per la vicinanza di poche decine di metri, alla città ed ai suoi quartieri densamente abitati da fasce sociali diverse ed anche lavoratori che hanno diritto alla difesa della salute.
Nessuno parla di far chiudere il porto ma del fatto che lo stesso deve rispettare le regole e le leggi e sbagliano coloro che a prescindere fanno difesa sia dell’uno e dell’altro perchè questo mina un progetto di convivenza porto-città con i risultati che sono davanti alla realtà sociale.
Pare proprio che dopo 20 anni di promesse sia finalmente l’ora di di realizzare quelle opere e quelle azioni positive per mitigare gli inquinanti acustici ed atmosferici; altro che annunci di aver fatto circa 740 metri di una finta barriera antifonica solo in prima fase transitoria e solo parziale sui circa 2.400 metri a contatto ravvicinato con la città ed i quartieri; altro che intese ancora in fase intenzionale per l’utilizzo di carburanti per le navi a basso inquinamento.
I cittadini hanno vissuto e vivono ancora con i rumori di varia fonte (gruppi elettrogeni delle navi in funzione 14h su 24, movimentazione nei piazzali e imbarco e sbarco dei container, transito mezzi pesanti e treni dentro al porto con il sospetto di poca attenzione operativa etc. etc.) ed inquinamento di caduta atmosferica nonostante le bufale e le numerose promesse di elettrificazione di alcune banchine portuali.
Insomma più trasparenza da parte dell’autorità portuale e da parte del comune invece di riportare sulla stampa interventi che sono a livello ancora fumoso ed inesistente, frutto di tavoli con soli addetti ai lavori dove è sempre esclusa la partecipazione della società civile.
La Spezia ed il suo Golfo dei poeti hanno bisogno di ben altro per realizzare il progetto positivo e futuristico dello sviluppo-lavoro-ambientalizzazione-salute: non bastano certamente gli interventi di facciata dell’attuale giunta comunale e regionale.
Occorre più coraggio nella proposta progettuale, mettendo finalmente al centro anche l’ambiente e la salute e cercando di evitare al massimo interventi a forte rischio ambientale sul mare e sulla terra soprattutto a causa di inadeguati controlli preventivi che sarebbero invece fondamentali per una società civile".
PER IL COORDINAMENTO DEI QUARTIERI DEL LEVANTE
RITA CASAGRANDE
PER LA V.A.S.-ONLUS
FRANCO ARBASETTI