“Europa Verde La Spezia” ha preso carta e penna e scritto una missiva all’Unesco sul futuro dell’isola Palmaria. La lettera ricorda che nel 1997 l’isola, insieme a Porto Venere, Tino e Tinetto è stata inserita nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Ma il masterplan redatto in seguito al protocollo per la “valorizzazione dell’isola Palmaria”, sottoscritto nel 2016 tra il ministero della Difesa, Regione Liguria, Comune di Porto Venere e Agenzia del Demanio, secondo i Verdi rischia di causare “una futura trasformazione del paesaggio verso una progressiva fruizione da parte di un turismo incontrollato e selvaggio o in alternativa una fruizione solo per un turismo di elite, in netto contrasto con i valori espressi dal riconoscimento Unesco, che nulla ha a che vedere con simili idee di valorizzazione”.
Il masterplan, ricorda Europa Verde La Spezia, “prevede la realizzazione di spazi multimediali ma soprattutto la realizzazione di spazi per attività alberghiere e commerciali, con l'utilizzo di una ex cava quale anfiteatro naturale per eventi e la creazione di una sorta di funivia per il trasporto di cose e persone verso le strutture ricettive, presentate come "albergo diffuso" ma in realtà volte alla creazione di residenze di lusso”.
Ecco perché il collettivo esprime all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura con sede a Parigi “la propria fondata preoccupazione sul destino dell'isola Palmaria, che parrebbe rischiare un grave intervento insediativo in netto contrasto con quanto espresso dalla dichiarazione Unesco del 1997”, e chiede “l'intervento di una commissione ispettiva per evitare possibili, ulteriori, gravi danni ad un’isola che deve assolutamente mantenere il proprio equilibrio naturale”.