"Caro Presidente, ho provato più volte a coinvolgere i suoi assessori su importanti temi ambientali che insistono nel Parco che io rappresento; dal piano della nautica del fiume Magra, alla delocalizzazione di aziende incompatibili, al contratto di fiume, ma non ho mai avuto attenzione né risposte.
Per questo ho deciso di rivolgermi a lei con questa lettera aperta sempre sul tema del fiume e del suo futuro.
Il successo internazionale della nostra nautica da diporto è senz’altro un evento di grande rilevanza per il futuro della nostra provincia.
Nel rallegracene bisogna, tuttavia, tornare ad occuparci di territorio per assicurare alle imprese del settore gli spazi di cui avranno bisogno per crescere, se l’attuale tendenza seguiterà anche negli anni a venire.
E bisogna occuparcene per tempo, per evitare, come sempre accade nel nostro Paese, che la realtà sopravanzi la politica, rendendo necessari “aggiustamenti” ex post, che le imprese giudicheranno – a ragione – inadeguati alle potenzialità che sono state capaci di esprimere.
Torna di grande attualità la riconversione dell’Arsenale militare della Spezia – progettato per 24000 lavoratori, oggi ne ospita 725 – senza la quale la città è oramai da decenni per così dire “incompiuta”: né industriale né turistica. O meglio sia industriale che turistica, ma a complemento della Valle del magra nel primo caso e delle 5 Terre nel secondo.
Ed invece è ora che torni ad essere città industriale, anche nell’accezione contemporanea che comprende università, centri di ricerca e servizi per i giovani che vorremmo qui, a studiare ingegneria nautica, da altri paesi del mondo, perché qui sono - o vorremmo che fossero - le imprese migliori del mondo.
Comprenderà, allora, Presidente che è venuto il momento di giocare una partita decisiva con un Ministero della Difesa platealmente reticente, a fronte di un’azione politica frammentaria e sempre timida.
E se il futuro industriale della Spezia, da vecchio sindacalista, mi appassiona, non posso, d’altro canto, omettere la difesa del Parco Montemarcello Magra Vara, strutturalmente inadeguato ad ospitare imprese rampanti - San Lorenzo e Intermarine - che hanno bisogno di nuovi spazi e che qui non possono trovarli perché la vocazione del territorio è un’altra.
Ed anche in questo caso la politica ha fallito: l’Ente Parco fu istituito per creare un Parco dove non c’era.
Tanto per intenderci converrà che è eclatante la differenza tra i Parchi che ci sono (5 Terre, Portofino, Montemarcello) con i loro paesaggi straordinari e un Parco che si è trovato, con le discariche che nessuno ha bonificato, aziende totalmente incompatibili,i campi abbandonati, la vegetazione degradata e l’acqua di malferma qualità, perché gli impianti di trattamento reflui non ci sono o a tratti non funzionano.
Ma per sostenerlo, il Parco, la politica avrebbe dovuto – ed in 30 anni forse potuto – investire, guardando alle nuove generazioni alle quali, per dirlo con Greta, ha rubato i sogni.
Adesso sta a Lei – non so chi altri potrebbe farlo – impegnarsi per creare, nell’arsenale Militare della Spezia, il più grande polo italiano della nautica da diporto e per realizzare quel parco che le comunità della Val di Magra, impropriamente industrializzata, attendono da 30 anni, per salvare la loro acqua e per ritrovare quella identità – il fiume le rappresenta – che decenni di scelte urbanistiche sbagliate hanno oramai affievolito.
Sicuro che vorrà intraprendere una forte iniziativa che saprà coniugare sensibilità ambientale e sviluppo qualificato le invio i più sinceri saluti".
Il presidente Pietro Tedeschi