"Un Piano urbanistico mai attuato, un Piano della nautica dimenticato, imprese in conclamato contrasto ambientale – i frantoi e le darsene a nord della linea di navigabilità – a rischio di chiusura per l'imminente intervento della magistratura in sostituzione, come spesso accade, di una politica inerte ed incapace".
"Ed inoltre 43 discariche che nessuno si era dato la pena di caratterizzare, per capire se le sostanze in esse contenute potevano e possono inquinare le falde idropotabili, con immaginabili conseguenze".
"Quindi ho dovuto iniziare dalle emergenze, e per di più senza un soldo oltre le spese di funzionamento dell'Ente, le quali bastano a mala pena per mantenere in vita un'organizzazione che per la sua dimensione consente unicamente di evadere le richieste edilizie a supporto delle istruttorie dei Comuni, e poco più".
"E senza un soldo potevo unicamente far emergere problemi sepolti, promuovere e sollecitare tavoli di lavoro per la ricollocazione delle imprese in contrasto ambientale, evitandone la chiusura, insistere sulla caratterizzazione delle discariche, promuovere una "riforma" che consentisse di migliorare la "governance" dell'Ente e di ottenere, in futuro, le risorse necessarie per bonificare e restituire un territorio, oggi inaccessibile e residuale, all'uso pubblico: aperto a tutti. Non certo "interdetto ai più", come superficialmente afferma l'assessore Mai, male interpretando il mio pensiero".
"Ma è mai possibile che la Regione – da cui questo Ente dipende – nei fondi strutturali degli ultimi decenni, e sono miliardi di euro, non sia riuscita a trovare qualche decina di milioni da destinare ad una riqualificazione ambientale attesa da 30 anni?".
"Il fatto è che la politica ha sempre visto il Parco in funzione di qualche interesse privato. Ieri del folle progetto del Monte dei Paschi, oggi – a quanto pare - delle imprese della nautica che in esso continuano, legittimamente, ad operare".
"A quest'ultimo riguardo non ho mai affermato che le attuali attività produttive debbono trasferirsi, ma che una loro futura espansione – e sottolineo espansione – dovrà avvenire nelle aree dell'Arsenale Militare, soprattutto – e sono d'accordo con Perotti – per quei servizi alla nautica che pare rappresentino il futuro del settore".
"Non sono per cacciare le imprese dal Parco, ma se mai per auspicare una loro espansione futura, fondamentale per la nostra economia. Ed anche a questo proposito una voce fuori dal coro che fa rilevare la colpevole inerzia della politica, nel porre con forza la questione della riconversione di un Arsenale militare che va riorganizzato, di certo non è gradita".
"Dunque veniamo alle ragioni delle mie dimissioni: dovrei darle perché, sollevando i problemi e tentando di risolverli, do fastidio al "manovratore" a ridosso delle prossime elezioni Amministrative nelle quali non ho alcuna intenzione di svolgere alcun ruolo?".
"Non voglio quindi perdere l'occasione per chiedere nuovamente all' Amministrazione regionale quando e come intende bonificare le discariche, quando e come intende affrontare il problema della qualità delle acque inquinate da scarichi fuori legge e da depuratori che non funzionano, quando e come intende affrontare il tema della biomassa morta in alveo e della salvaguardia degli arenili: non si può fare con le chiacchere e la polemica politica: servono risorse. E scelte difficili, che nessuno ha mai fatto".
Pietro Tedeschi
Presidente Parco Montemarcello Magra Vara