Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, attraverso Gianni Carassale (Cgil), Mirko Talamone (Cisl) e Marco Gaeta (Uil) lanciano l’allarme per la progressiva riduzione delle risorse destinate all’ ASL 5 alle attività della Struttura Complessa Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro.
“Un tema molto delicato in uno scenario sempre più complicato sul quale le organizzazioni sindacali rivendicano maggiore attenzione- dicono i dirigenti sindacali- a fronte di un aumento degli infortuni, anche mortali, la risposta degli organi di prevenzione e controllo della ASL è largamente insufficiente. Una situazione causata dai progressivi tagli sul personale medico e tecnico.”
Gli operatori dell'ASL 5 devono monitorare una provincia di 880mila chilometri quadrati, con più di 1200 piccole e grandi aziende, per un totale di circa 37 mila occupati tra porto commerciale, cantieristica navale, centrale Enel. A breve si aggiungerà il terminal passeggeri, e ci sono settori come quello edile, il terziario, il turismo, la sanità pubblica e privata che necessitano sempre maggiore impegno in termini di controllo, prevenzione ed intervento.
Solo durante il 2018 sono state effettuate 50 indagini infortuni, 350 valutazioni piani amianto, 60 pareri su nuove attività industriali, 20 ricorsi contro il parere del Medico competente, 80 controlli su protocolli sanitari, 600 sopralluoghi in cantieri edili ed aziende, 300 pratiche di documentazione per controllo aziende. Un trend che va avanti così da anni. Inoltre gli operatori partecipano ai piani mirati di prevenzione, attività di assistenza, coordinamento altri enti di vigilanza, incontri con associazioni datoriali, associazioni sindacali e lavoratori, ordini professionali, incontri tecnici regionali tra operatori PSAL
Tutto questa pesante ed impegnativa attività è svolta con un numero assolutamente esiguo di personale. Attualmente gli Operatori PSAL sono 2 dirigenti medici, di cui uno prossimo alla pensione, 8 tecnici e 1 tecnico coordinatore, 3 amministrativi.
Cgil, Cisl e Uil chiedono che si rivedano le politiche di investimento sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro. “Non è sufficiente organizzare convegni e seminari per diffondere la cultura della prevenzione tra datori di lavoro e lavoratori- sottolineano Carassale, Talamone e Gaeta- occorre potenziare il servizio pubblico che oggi non è in grado di rispondere efficacemente a quelle necessità e che rischia nell’immediato di essere ulteriormente depotenziato; negli ultimi 10 anni non c'è stato nessun incremento del personale.”
“E' necessario che tutti i rappresentati delle istituzioni locali, comuni e provincia in testa, si facciano carico del suddetto problema insieme alle organizzazioni sindacali, per richiedere agli enti competenti, a partire Regione Liguria, investimenti e assunzioni per il servizio di prevenzione salute e sicurezza sul lavoro- conludono i dirigenti sindacali- riteniamo indispensabile l’apertura di un tavolo utile ad avviare un percorso di potenziamento e consolidamento del personale ASL preposto alla prevenzione e sicurezza sul lavoro. Come sindacati chiederemo da subito un incontro urgente al Prefetto della Spezia poiché la sicurezza nei luoghi di lavoro non ha colorazione politica e neppure deve rimanere un mero problema di risorse pubbliche, ma deve essere un modello permanente di difesa della vita umana.”